Sanremo, ciclone Fiorello tra Erdogan, canone e Di Maio. "Occhio che se vince il toy-boy di Orietta Berti..."

Martedì 6 Febbraio 2018
Sanremo, ciclone Fiorello tra Erdogan, Di Maio e canone
1
SANREMO  -  Battute a raffica, sul presidente turco Erdogan «che sta venendo a Sanremo perché ha saputo che ci sono 1300 giornalisti liberi», sul «toy boy di Orietta berti», evidente allusione al candidato premier M5S Di Maio, «e se vince il vertice Rai va a casa», sul «canone che pagano tutti perché sta in bolletta, e se staccano la corrente non si vedono Netflix e Sky».
Il ciclone Fiorello travolge l'Ariston, in apertura della prima serata del festival diretto da Claudio Baglioni. «Buon Sanremo 1918», è la chiusa


Fiorello voleva fare lo scaldapubblico e ha fatto lo scaldafestival alla sua maniera: dopo l'incursione dell'uomo che cercava un «contatto con il procuratore della Repubblica», subito allontanato dal palco, lo showman si è preso la scena, svelando innanzi tutto il motivo che lo ha spinto ad essere all'Ariston, un messaggio su Whatsapp di Baglioni: «Ciao Rosario, mi sono trovato a essere il sacrestano nel tempio della musica italiana - e qui, chiosa, gli hanno già levato dal compenso l'8 per mille - in queste notti di note, di emozioni che si intrecciano a passioni, sai quanto la tua arte sia sinonimo di sentimenti. Potresti essere il mio gancio in mezzo al cielo».

«Claudio, se ci metti la musica vai terzo in classifica!». «Qui - sottolinea Fiorello - ci si gioca la carriera, ci ho messo anni per diventare un sex symbol e ora me lo gioco qua». Poi si rivolge al dg Rai Mario Orfeo in platea e scherza sulle elezioni imminenti: «Occhio che il 4 marzo arriva, se vince il toy boy di Orietta Berti, si va a casa poi... Ma non sono qua per fare monologhi comici, o sulle tecnologie, o sui vegani». Poi le battute sul festival: «Guardate che meraviglia, è un festival avantissimo, è l'unico dove non si eliminano i cantanti, ma direttamente il pubblico, tagliando le file. Del resto se li elimini i cantanti se ne vanno, gli alberghi si svuotano. Ora è tutto pieno, io dormo con i coristi». Fiorello ne ha anche per le canzoni: «ne ho sentite tre o quattro che voglio usare il prossimo Capodanno...», dice simulando il trenino. «Il preludio di Chopin a confronto è una samba, ovviamente i testi sono bellissimi, con Baglioni non poeta essere altrimenti. Uno che scrive Avrai per il figlio... che però qualche giorno fa gli ha chiesto: papà, che me devi dà?. Renato Zero quando è nato il figlio ha detto: Lui chi è?».

Certo, sottolinea Fiore, «mancano i rapper, non c'è Mondo Marcio, Fabri Fibra, Sfera Ebbasta, nessuno dice ciao fratè, spacca, bella raga, al massimo bella ruga. Ma io dico ai genitori: fate vedere ai vostri figli questo festival, bellissimo, loro sono abituati solo a vedere sui social filmati che si bloccano». I superospiti, poi, «hanno superato gli altri: la Rai non bada a spese, anche perché il canone lo pagano tutti, sta nella bolletta, se non paghi il canone ti levano la corrente e non puoi vedere Netflix e Sky, è un problema. Io sarò pagato in bitcoin questa sera». Fiorello scherza anche su Baglioni e sul superospite Morandi («si parlava di scimmiette clonate, loro sono come minimo alla terza copia»), poi propone un centone delle hit di entrambi, innestando le parole di uno sulle note dell'altro e imitandoli come sa fare.
Ultimo aggiornamento: 23:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci