La Corte dei Conti bacchetta ritardi,
costi in salita e conflitti d'interesse
Sit in di protesta alla Sis a Cassola

Giovedì 14 Luglio 2016
La Corte dei Conti bacchetta ritardi, costi in salita e conflitti d'interesse Sit in di protesta alla Sis a Cassola
CASSOLA - La Corte dei Conti striglia le amministrazioni che realizzano la Spv e i comitati No Pedemontana programmano un sit in di protesta per sabato 16 luglio,dalle 9,30 alle 13,30, davanti all'ufficio espropri della Sis a San Zeno di Cassola, in via M.te Verena, 58-60. «Il commissario Vernizzi in una intervista pubblica del 21 gennaio scorso, ha dichiarato che "qualora Sis non fosse riuscita entro marzo 2016 a reperire i necessari finanziamenti, l'amministrazione regionale avrebbe riscosso le fideiussioni e sciolto il contratto con il concessionario per inadempimento" - spiegano i Comitati - e ora siamo a luglio». Ai comitati si aggiunge anche l'adesione del senatore Enrico Cappelletti del M5S: «I finanziamenti non ci sono, le fideiussioni non sono state riscosse e gli espropriati attendono ancora il pagamento degli indennizzi - afferma -: siamo stanchi degli impegni disattesi da parte di Zaia e Vernizzi. Condividiamo al 100% questo sit in di protesta».

Intanto la Corte dei Conti torna a essere critica sulla superstrada a pedaggio. Scrive a tutte le amministrazioni coinvolte e sottolinea ritardi e inadempimenti, oltre a invitare anche i Comuni a spedire le loro valutazioni. Il magistrato delegato della sezione centrale di controllo, Antonio Mezzera, informa che sono scaduti i termini di legge per le comunicazioni alla Corte sullo gestione delle amministrazioni per la Pedemontana Veneta. In particolare chiede di sapere se sia superata la fase del commissariamento, essendo l'opera in avanzata fase di realizzazione e, poichè parte della viabilità di raccordo con l'opera non è stat ainclusa nel costo della stessa, e bisognerà perciò provvedere con altri soldi pubblici, «se si sia proceduto alla quantificazione di tali ulteriori oneri».

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DELLA CORTE DEI CONTI


La sostenibilità finanziaria dell'opera è incerta, dice Mezzera, viste le previsioni ottimistiche sui volumi di traffico e il rischio che gli insufficienti flussi di cassa generati possano produrre ulteriori esborsi pubblici, pertanto la Corte vuole sapere se si sia perfezionato il finanziamento di parte privata, così come assicurato il 30 dicembre 2015, e in caso negativo, quale sia lo stato di realizzazione dell'opera e con quali risorse vengano pagati gli avanzamenti. Altro punto dolente, la «modesta attività di monitoraggio dell'opera», con la richiesta di conoscere le attività di sorveglianza poste in essere. 

Un passaggio riguarda le lamentele giunte da più parti «per ritardi nei pagamenti degli indennizzi». Quindi l'ennesima bacchettata: «Il collaudo è stato affidato all'esterno della stazione appaltante: il pagamento dei collaudatori a carico del concessionario è contrario al principio del buon andamento amministrativo, poiché la loro posizione quali contraddittori dell'esecutore non tollera condizionamenti».

Il Covepa, Coordinamento Veneto Pedemontana, così sintetizza i "messaggi" della Corte: «Chiama in causa Zaia, Vernizzi e Dogliani che dal 30 dicembre scorso in oltre sette mesi non hanno mantenuto nessuno degli impegni presi. Un particolare è degno di nota: per 3.100 mln di euro costruiscono una Pedemontana Veneta più corta, senza tutta la viabilità complementare del contratto di concessione».
Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA