Profughi, il caso Forni alla Camera

Martedì 16 Settembre 2014
FORNI AVOLTRI - È arrivata fino a Roma la voce del sindaco di Forni Avoltri Clara Vidale, dallo scorso agosto alle prese con la complessa vicenda dell'ospitalità data ai profughi sbarcati sulle coste italiane e smistati in tutta la nazione. I problemi di gestione dei minori e della relativa responsabilità civile e penale per l'ente, nonché le grane finanziarie per le casse comunali che rischiano il default sono stati, infatti, oggetto della relazione che la prima cittadina del piccolo Comune carnico da 600 abitanti ha esposto il 10 settembre scorso davanti alla I commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati. Invitata dal presidente Francesco Paolo Sisto per avere elementi utili all'approvazione di una nuova legge dedicata alla «protezione dei minori stranieri non accompagnati», Vidale si è recata nella Capitale perorando le proprie istanze.
«In qualità di sindaco ho chiesto che, come avviene per gli adulti - riporta -, il ministero dell'Interno provveda economicamente anche per i minorenni alle spese di accoglienza. Ritengo infatti quantomeno ingiusto che il Comune si trovi a dover pagare una retta per dei minori che gli sono stati affidati, ma per i quali non ha potuto e non può decidere in merito alla loro sistemazione; minori che tra l'altro non sono stati rinvenuti ma accompagnati sul nostro territorio comunale ed il cui progetto di inserimento è affidato ad un'altra struttura, appositamente preparata a tale scopo. Questo - ha aggiunto - eviterebbe, qualora gli albergatori del Comune decidessero in futuro di collaborare con al prefettura accettando altri gruppi, e qualora nel gruppo dovessero esserci dei minori, episodi di opposizione e malcontento da parte dei cittadini del Comune stesso, che se umanamente sono disponibili, dal punto di vista economico vedrebbero il bilancio comunale andare in default per pagare queste rette».
Il sindaco ha infine esternato i propri dubbi: «A fronte di un decreto di affido da parte del Tribunale dei minori, qual è la responsabilità civile e penale del Comune verso questi minori, non avendo mai avuto rapporti con essi e non avendo nemmeno affidatari formati? Dobbiamo rispondere noi economicamente di questi ragazzi fino al raggiungimento della maggiore età, anche se inseriti nei progetti Sprar? Cosa potrebbe succedere se questi ragazzi dovessero scappare dai centri di accoglienza?».
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