Popolare Marostica ultimo atto:
pronti alla svolta sudtirolese

Sabato 21 Febbraio 2015 di Claudio Strati
Il consiglio di amministrazione in carica della Bp Marostica
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BASSANO - Dopo 127 anni finisce la storia della Banca Popolare di Marostica, istituto di credito per eccellenza del territorio bassanese. La banca prese vita nel 1888 come Cassa privata di risparmio, per poi nascere ufficiamente nel 1892.



Con l'assemblea ordinaria e straordinaria di domenica 22 febbraio 2015, nel salone di Bassano Expo, prenderà forma la fusione per incorporazione in Volksbank, la Banca Popolare dell'Alto Adige. Nelle stanze dei bottoni si passerà dal dialetto vicentino alla parlata deutsch. Il lungo percorso di ricerca finisce con l'abbraccio anche formale tra la banca guidata da Giuseppe Bottecchia e quella di Bolzano, che dà le garanzie di proseguire nei territori veneti con i marchi originali alla politica di un istituto che è sempre stato un gioiello economico, corteggiato per decenni da altre realtà con offerte sempre rifiutate in nome dell'autonomia.



Poi, negli ultimi anni, l'acquisizione non felice di Banca Treviso, i problemi susseguenti, gli sconquassi degli assetti interni, i controlli e le bacchettate di Bankitalia e i bilanci negativi. L'ultimo, approvato pochi giorni fa, con una perdita netta di quasi 12 milioni (17,15 nel consolidato), e una copertura dei debiti deteriorati del 42/44 per cento. Quindi la ricerca di un partner. Le valutazioni dell'offerta dei cugini di Popolare Vicenza, meno performanti però di quelle altoatesine.



Rimane, nell'alleanza con Volksbank, oltre al concambio più favorevole, la garanzia di una Fondazione che resterà a sostegno dei progetti del territorio (300 mila euro l'anno) come la Marostica ha sempre fatto.



Nell'assemblea i soci sono chiamati ad approvare un dividendo straordinario, dalle riserve disponibili, e quindi a votare la fusione per incorporazione. Poi, nel giro di poco più di un mese i soci di Popolare Marostica si vedranno riconoscere il concambio, diventeranno soci di Volksbank e l'entità Bpm verrà a sparire.



Tutto sembra assodato, anche se l'assemblea è ovviamente sovrana e il gruppo dei "nostalgici" che predicano l'autonomia esiste. Si prevedono 40/50 interventi in un'assemblea che si preannuncia molto intensa, e nella quale paradossalmente pare che l'unico problema alle linee guida del Cda possa venire dall'assenteismo che darebbe fiato agli oppositori. Che se vincenti, dicono gli addetti ai lavori, si dovrebbero poi preparare a un commissariamento in tempi brevi da parte di via Nazionale.



Chi dell'attuale vertice finirà nella cabina di regia sudtorilese? Sono previste tre poltrone nel Cda di Bolzano, ovviamente ci si aspetta che ci andrà Bottecchia ma non si sa bene chi degli altri.



Nel Cda della Marostica oltre al presidente ci sono Lorenzo Bertacco, Amedeo Busnardo, Maria Giovanna Cabion, Stefano Costa, Alessandro Luca, Giuseppe Padovan, Paolo Sartori, Carlo Vedove. Escludendo Costa per limiti di età (oltre i 70 anni non si entra nel Cda), per gli altri ogni probabilità è ancora possibile. Va capito chi sceglierà i nomi.



Bottecchia in assemblea ai soci disse: "Deciderete voi". Questo resta ancora valido o ci sarà una gara senza esclusione di colpi tra gli otto? Per chi non va a Bolzano, poltroncine di consolazione nella Fondazione Bpm. Poi giù il sipario e via con il "neuer Kurs".
Ultimo aggiornamento: 14:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA