Finti indigenti a prendere cibo al banco
alimentare, poi se ne vanno con il suv

Domenica 9 Ottobre 2011 di Loredana Losso
Raccolta per il banco alimentare (archivio)
BELLUNO - Si fingono indigenti e, ricevuta la borsa al banco alimentare, salgono con nonchalance sul suv e scompaiono fra lo stupore dei volontari. accaduto gioved scorso durante la consueta distribuzione gratuita di generi alimentari offerti mensilmente in via Flavio Ostilio dalla parrocchia di San Biagio e Santo Stefano. «Ci sono tanti bellunesi indigenti che si vergognano ancora a chiedere - si sfoga il parroco Don Rinaldo De Menech - ma che qualche benestante, con tanto di auto di lusso approfittasse della carità destinata ai bisognosi non l'avrei mai immaginato». Nessun indizio per ora sulla marca del suv che avrebbe fatto perdere le tracce, giocando sul vantaggio dell'effetto «sorpresa».



Costretti a dormire in macchina, chiedono aiuto a parroci e frati per mangiare almeno una volta al dì. I padri separati si scoprono i nuovi poveri del capoluogo, mentre fra i banchi alimentari fanno da padrone le badanti, ucraine, moldave e rumene, ormai habitué della distribuzione gratuita offerta dalle chiese locali. Si conferma in continuo aumento, infatti, secondo i religiosi del centro, il numero di uomini che, costretti a versare gli alimenti a ex-mogli e figli, vivrebbero sotto la soglia della povertà.



«Storie di quotidiana indigenza che parevano relegate ai ricordi delle generazioni passate» confermano gli operatori dei banchi alimentari cittadini. «La nostra gente tiene ancora molto alla propria dignità - assicura Don Rinaldo De Menech -, ma sono sempre più i separati che chiedono con discrezione aiuto, in separata sede, lontano dagli occhi di parenti e conoscenti».



Non conoscerebbero scrupoli, invece, le assistenti per anziani, originarie soprattutto dai paesi dell'Est Europa, che richiederebbero d'abitudine i generi di prima necessità, come pasta, riso, pomodori, latte e tonno, distribuiti dai volontari. «Non è facile smascherare fra gli oltre 80 immigrati in fila al banco alimentare - nessun locale - chi ha un regolare lavoro e chi, invece, si rivolge a noi solo per risparmiare soldi da inviare alle famiglie nei paesi d'origine» confida con malcelato imbarazzo il parroco.



La difficoltà non è nuova neanche ai frati di Mussoi, alla cui mensa le badanti sarebbero una presenza fissa, in particolare nei giorni festivi. «Gli extracomunitari che chiedono un pasto si sono mantenuti pressoché costanti nell'ultimo anno - racconta Padre Lanfranco Dalla Rizza dalla mensa dei Cappuccini - mentre sono aumentati i bellunesi, non più solo anziani, ma anche giovani separati che con lo stipendio non riescono a fare fronte agli alimenti dovuti all'ex-coniuge e al nuovo affitto».



A celare, almeno per il momento, la portata del fenomeno, sarebbe, secondo molti parroci, solo la cultura di pudore ancora radicata nella nostra provincia. «I bellunesi faticano a chiedere aiuto - conferma anche Don Rinaldo Sommacal, parroco del Duomo e Loreto -, ma di questi tempi sono sempre più i single e anche le famiglie che, stretti da mutui, affitti o anche debiti, non riescono a fare fronte a bollette o anche piccoli imprevisti».
Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 19:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA