Consulenze e pranzi nel mirino,
la Corte dei conti vuol vederci chiaro

Martedì 1 Luglio 2014 di Alda Vanzan
Consulenze e pranzi nel mirino, la Corte dei conti vuol vederci chiaro
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VENEZIA - La bella notizia, per i politici, è che potranno trascorrere l’estate serenamente: prima di settembre non ci saranno notizie in arrivo dalla Procura della Corte dei conti. La brutta notizia è che l’indagine dei magistrati contabili per accertare se anche in Veneto ci siano stati comportamenti da parte dei consiglieri regionali tali da ravvisare il danno erariale, non è ancora conclusa.



Certo, non ci sono casi alla Fiorito, nessuno dei sessanta consiglieri di Palazzo Ferro Fini si è comprato neanche mezzo slip con i soldi pubblici della Regione Veneto, non ce n’è uno che sia andato a farsi le vacanze con le risorse del gruppo consiliare. Ma c’è tutto il capitolo dei pranzi di lavoro e ancor di più delle consulenze su cui la Procura della Corte dei conti vuole fare chiarezza.



Una situazione complicata - ammettono in Procura. Perché da un lato ci sono due sentenze della Corte costituzionale che escludono la retroattività dei controlli sulle spese sostenute dai gruppi consiliari, ma questo vale per la Sezione di controllo della Corte dei conti, non per la Procura. La vicenda riguarda i rendiconti del 2012, su cui i magistrati di campo Sant’Angelo l’anno scorso avevano rilevato una serie di irregolarità . Poi, da Roma, era stato chiarito che la normativa doveva applicarsi dal 2013 e non per l’anno precedente. E infine quest’anno la Consulta ha sentenziato non solo che i controlli non possono essere retroattivi, ma che comunque va salvaguardata l’autonomia politica dei gruppi consiliari e che il controllo deve essere esclusivamente contabile.



Ossia: non può la Sezione di controllo della Corte dei conti stabilire se un gruppo consiliare può o non può organizzare un convegno, deve invece limitarsi a verificare che la spesa sostenuta sia documentata da fattura o ricevuta fiscale. Ma sul fronte dell’eventuale danno erariale, non c’è sentenza che tenga: la Procura deve attivarsi. Cosa che ha fatto anche perché nel frattempo la Sezione di controllo aveva spedito la delibera relativa alle spese del 2012 ritenute irregolari. Stiamo parlando complessivamente di oltre 512mila euro, Lega esclusa perché aveva avuto un contenzioso per aver presentato la documentazione in ritardo.



La Procura della Corte dei conti, guidata da Carmine Scarano, ha iniziato a vagliare le carte. A ogni gruppo consiliare è stato affidato un giudice istruttore, con il Procuratore Scarano che ha assunto il ruolo di coordinatore, in modo da garantire uniformità di analisi. Nei giorni scorsi sono partite nuove richieste di integrazione dei documenti. Alcuni magistrati si sono già portati avanti ascoltando i capigruppo - come è successo a Stefano Valdegamberi che nel 2012 guidava l’Udc - altri lo faranno nelle prossime settimane. In alcuni casi - come per il Pd - sono stati ascoltati non i consiglieri regionali, ma alcuni collaboratori del gruppo consiliare che avevano dei contratti di consulenza.



Le materie oggetto di verifica sono sostanzialmente due. I pranzi: se i consiglieri avevano la diaria, erano necessarie così tante colazioni di lavoro pagate non di tasca propria ma con i soldi del gruppo? E poi i contratti di lavoro: a che titolo i collaboratori assunti sul territorio a disposizione di singoli consiglieri potevano essere inquadrati come consulenti?
Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 06:52
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