Arriva il caro processo: alzate
tutte le tasse per chi va in tribunale

Sabato 21 Giugno 2014 di Andrea Bassi
Arriva il caro processo: alzate tutte le tasse per chi va in tribunale
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L’intenzione buona. Rendere finalmente operativo il processo telematico, con l’obbligo di depositare gli atti processuali solo in copia digitale. La conseguenza è che per farlo sarà necessario trovare dei soldi.



Un bel po’ di soldi, 36 milioni di euro solo quest’anno e altri 110 milioni di euro a partire dal prossimo anno. Non proprio spiccioli. Per questo il governo ha deciso di finanziare il processo telematico aumentando il cosiddetto «contributo unificato» una sorta di tassa che chiunque chieda l’iscrizione a ruolo di una controversia è tenuto a versare. Quella per i processi di minor valore, fino a mille euro, oggi è di 37 euro. Dalla pubblicazione in Gazzetta della Riforma della pubblica amministrazione, dove le norme sul processo telematico sono state inserite, il contributo unificato salirà di cinque euro a 43 euro.



Per i procedimenti che hanno un valore compreso tra i 1.100 e i 1.200 euro, il rincaro sarà di tredici euro, da 85 a 98 euro. Man mano che si sale nel valore economico delle cause l’aumento si fa più consistente. Per le controversie comprese tra 5.200 e 26 mila euro, il rincaro è di 31 euro. Si pagheranno infatti 237 euro. Quasi di 100 euro, da 660 a 759 euro, il ritocco della tariffa per le cause con un valore ricompreso tra i 52 mila e i 260 mila euro.



L’incremento massimo è, ovviamente, per le controversie di valore più elevato, quelle superiori a 520 mila euro. Per queste cause il contributo unificato sarà aumentato di 220 euro, da 1.466 euro a 1.686 euro. Rincari sono previsti anche per i processi di esecuzione immobiliare, che saliranno da 242 a 278 euro, e per i procedimenti di opposizione agli stessi atti esecutivi, che rincareranno di 22 euro.



LE PROTESTE

Intanto continuano le proteste per la soppressione delle sedi distaccate dei Tar, altra norma inserita nella riforma del ministro Marianna Madia. Dopo Brescia è stata ieri la volta di Catania. Il sindaco Enzo Bianco ha convocato per lunedì prossimo in Comune, la deputazione della Sicilia orientale e i rappresentanti del mondo produttivo e sindacale per concordare «un’azione comune e super partes per difendere il Tar di Catania che, con quattro sezioni, è il terzo in Italia, serve cinque province su nove e rappresenta un modello di efficienza».



L’idea è quella di riunire le forze in un’unica direzione per sensibilizzare le istituzioni a tutti i livelli contro la chiusura del tribunale amministrativo. Il sindaco ha ricordato di aver già parlato con due importanti esponenti del governo Renzi come Graziano Delrio e Angelo Rughetti, che incontrerà a metà settimana per discutere dell’annunciato taglio del tribunale etneo.
Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 20:23