Paola Marini tra i venti big dei musei
italiani: mosse i primi passi a Bassano

Mercoledì 19 Agosto 2015
Paola Marini tra i venti big dei musei italiani: mosse i primi passi a Bassano
BASSANO - (Cs) Una nomina che dà lustro anche al museo di Bassano, che fu il suo trampolino di lancio fino a circa la metà degli anni '90. L'allora giovane direttrice Paola Marini del museo che definiva "tra i più importanti del nord Italia" si fece valere e dimostrò ottime capacità e preparazione scientifica, ed un profilo sempre disponibile e attivo, privo di certi atteggiamenti di "superiorità" che connotano a volte i big della cultura.



Oggi 63enne, la Marini nominata nuova direttrice delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, è tra le venti "teste d'uovo" chiamate dal ministro Franceschini alla guida dei più importanti poli museali e culturali italiani. Ed è anche l'esempio, nel polverone sollevato per le nomine di esperti stranieri, che si può fare un'ottima carriera e giocare bene le proprie carte culturali anche senza pedigree stranieri o grandi incarichi chissà dove. Infatti ha svolto tutta la carriera nel Veneto, lei veronese, tra Bassano, Verona e ora Venezia.



Ha iniziato con la direzione del Museo di Bassano del Grappa (dal 1988 al 1993), poi eccola a Verona a dirigere i Civici musei d'arte e monumenti del Comune, dove nel 2011, prende in mano anche direzione della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Forti, fino al 2013. La Marini è stata collaboratrice del Centro internazionale di studi di architettura «Andrea Palladio» di Vicenza, è autrice di svariate pubblicazioni dedicate in particolare all'arte veneta e ha seguito centinaia di restauri e organizzato oltre trenta mostre di rilevanza internazionale, specie a Londra e a Parigi, e qui salta fuori anche l'esperienza internazionale.



Ha saputo della nomina mentre era in vacanza in Austria: «Non posso che essere felice e orgogliosa della nomina, di cui ringrazio il Ministro. Non me l'aspettavo di certo. Sono emozionata ed onorata ma al contempo dispiaciuta per Verona poiché devo lasciare una città e una realtà fra le più belle e vivaci del mondo. Anche se a Verona, sia chiaro, io tornerò sempre». A Verona c'è stato anche il rammarico del sindaco Tosi, dispiaciuto perchè "la città perde una valida rirorsa", ha detto.
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