BADIA POLESINE - Un custode inconsapevole di una cassa piena di armi da guerra e cocaina. È questo che potrebbe essere stato Roberto Carretta, 61 anni, residente a Masi, di professione falegname con la propria attività a Badia Polesine. Ed è proprio nella sua azienda che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbero state depositate per un breve periodo cassa e assi. All'interno della prima due pistole mitragliatrici Skorpio, tre fucili d'assalto Kalashnikov, due mine antiuomo, tre bombe a mano e una «saponetta» di tritolo.
L'artigiano era finito implicato - con un ruolo comunque non ritenuto di primo piano - in una grossa indagine coordinata dalla Dda di Venezia. Una trentina gli indagati, con l'ipotesi di reato principale che verteva su un imponente spaccio di cocaina. Secondo la difesa Carretta mai avrebbe saputo cosa c'era nella cassa. Il materiale fu portato lì da alcun «pezzi grossi» dell'organizzazione. Per i quali Carretta aveva svolto in buona fede lavori di falegnameria e ai quali talvolta consentiva di appoggiarsi alla propria bottega per semplici lavorazioni. Su chi deve giudicarlo è sorto un conflitto di competenza: sarà la Cassazione a decidere.
Ultimo aggiornamento: 13:44
© RIPRODUZIONE RISERVATA L'artigiano era finito implicato - con un ruolo comunque non ritenuto di primo piano - in una grossa indagine coordinata dalla Dda di Venezia. Una trentina gli indagati, con l'ipotesi di reato principale che verteva su un imponente spaccio di cocaina. Secondo la difesa Carretta mai avrebbe saputo cosa c'era nella cassa. Il materiale fu portato lì da alcun «pezzi grossi» dell'organizzazione. Per i quali Carretta aveva svolto in buona fede lavori di falegnameria e ai quali talvolta consentiva di appoggiarsi alla propria bottega per semplici lavorazioni. Su chi deve giudicarlo è sorto un conflitto di competenza: sarà la Cassazione a decidere.