Ha spento 90 candeline a marzo ma Sandra Milo non ha età. Posa in costume, poi con un body con una giacca e tacchi per la copertina di "Flewid Book" per dimostrare che nessuno deve avere paura del cambiamento. «Rivoluzione è qualcosa che si evolve, che segue l'esigenza dei tempi. È normale, fa parte della vita». Poi il messaggio che l'attrice manda è forte e strizza l'occhio al diritto all'inclusività, nel mese in cui si celebra il Pride. «Non permettete a nessuno di farvi sentire il peso della disuguaglianza.
Sandra Milo, le foto in costume scatenano le critiche
«Mio malgrado», inizia così – «ad aggiungere una postilla a quanto pubblicato per far sì che coloro i quali - un numero ristretto per fortuna - hanno equivocato il senso del messaggio, non cadano in errore, dandogli una valenza che non gli appartiene». Così Milo fa una lista di persone a cui la "postilla" è dedicata: «mi hanno tacciata di essere un'egocentrica novantenne, tutta rifatta e piena di filtri, che dovrebbe fare solo l'anziana». E replica: «Non si fa gli anziani ma si è semplicemente vecchi e la vecchiaia, se vissuta bene, è una gran bella stagione della vita. Eppure la forza evocativa delle immagini non lascia spazio alcuno ai fraintendimenti! Mi preme dire che non solo la terza età non è una condizione da subire passivamente o da nascondere come fosse una vergogna né l'anticamera della morte ma solo una fase della vita che ognuno di noi attraversa con spirito più o meno vivace».
La replica
Poi aggiunge: «mi scrivono che dovrei fare solo la pensionata e badare ai nipoti, lasciando spazio alle nuove generazioni (beninteso, nessuno glielo vuole togliere)». A loro spiega. «Io sono stata solo un mezzo, un tramite, come rappresentante della terza età, attraverso il quale rivendicare il diritto di essere riconosciuti e accettati dalla famiglia, dalla società, dall'altro da sé, dalle istituzioni, dal sistema giuridico. Non bisogna essere necessariamente giovani, magri, bianchi, eterosessuali, privi di disabilità per sentirsi parte di un tutto». Poi si arriva all'inclusitività senza barriere: «Noi siamo, noi contiamo e questo ci deve essere concesso. Il mondo non si divide in categorie, in compartimenti stagni nei quali relegare chi è diverso, nella migliore accezione del termine, da noi. Aprite la mente!»