Stellantis Cassino, ok al piano per le uscite volontarie: 80mila euro per chi ha 55 anni

Lo stabilimento adesso rischia di scendere sotto quota 2.500 dipendenti

Domenica 24 Marzo 2024 di Alberto Simone
Stellantis Cassino, ok al piano per le uscite volontarie: 80mila euro per chi 55 anni

Lo stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano adesso rischia di scendere sotto quota 2.500 dipendenti.

Una soglia psicologica non di poco conto perché significherebbe aver dimezzato gli occupati esattamente del 50% nel giro di pochi anni considerando che nel 2017, quando l'allora Fca di Cassino era ai massimi livelli con la produzione di Giulia, Giulietta e Stelvio - il Suv che aveva appena fatto il debutto sulle linee - la fabbrica contava circa 5.000 dipendenti ed erano stati assunti 832 interinali, 300 dei quali confermati a tempo indeterminato. Poi, finita la spinta propulsiva di Giulia e Stelvio, e con Giulietta uscita fuori produzione, dal 2018 è iniziata una inesorabile emorragia occupazionale.

IL PIANO

Tra operai che hanno raggiunto l'età pensionabile e gli incentivi alle uscite anticipate, nel giro di pochi anni sono andati in fumo circa duemila posti di lavoro, senza turn over. Proprio sul finire del 2023, la fabbrica è scesa per la prima volta sotto quota 3.000 dipendenti: ad oggi ne conta circa 2.800. Ancora per poco. Perché venerdì è stata siglata a livello nazionale una nuova intesa su ulteriori uscite anticipate. A partire da domani, questa intesa verrà calata all'interno di ogni singolo stabilimento.

Proprio domani, lunedì 25 marzo, è in programma un incontro con le Rsa e i segretari provinciali dello stabilimento di Cassino per quantificare il numero delle nuove uscite nel sito pedemontano. A seconda dell'età gli incentivi oscillano tra 35 mila euro e gli 80 mila euro per chi ha 55 anni.

L'ufficialità sul numero di operai che lasceranno la fabbrica nei prossimi mesi ci sarà dunque solo domani, ma secondo una stima redatta da alcuni sindacati che conoscono bene la situazione interna allo stabilimento, non saranno meno di duecento gli operai che lasceranno: ad avere i requisiti sono anzi più di trecento e considerando il fatto che a differenza dell'ultima finestra in questo caso ci sono maggiori incentivi a lasciare il posto, Cassino potrebbe chiudere l'anno in corso sotto quota 2.500 operai. All'orizzonte, nonostante l'annuncio dei modelli elettrici che andranno in produzione dal 2025, non sono però previste nuove assunzioni: l'emorragia di posti lavoro che interesserà non solo Cassino, ma tutti gli stabilimenti del gruppo Stellantis.

I SINDACATI

Anche per questi motivi a mettersi di traverso è stata la Fiom-Cgil che non ha siglato l'intesa con Stellantis a differenza degli altri sindacati. «Si prosegue nell'azione di svuotamento degli stabilimenti Stellantis, un pessimo segnale se considerato che queste uscite non sono compensate con l'assunzione di giovani, che darebbero un'importante prospettiva per il futuro» spiega il leader nazionale della Fiom-Cgil.

Gli fa eco il segretario della federazione provinciale di Frosinone e Latina Donato Gatti, che puntualizza: «Si tratta di un'altra procedura di esodi incentivati proprio nel corso del confronto con il Ministero nell'ambito del tavolo automotive, fortemente voluto dalla Fiom-Cgil per affrontare la questione di un intero settore che, nelle difficoltà determinate dalla transizione all'elettrico, sta attraversando una profonda crisi in particolare dovuta alle scelte strategiche di Stellantis nel nostro Paese, contraddistinte da scarsi investimenti, incertezze per il futuro delle produzioni, e una continua riduzione dell'organico attraverso un ingente utilizzo di risorse economiche, ottenute sulle pelle dei lavoratori, molti dei quali, in cassa integrazione o impegnati in trasferte di centinaia di chilometri».
 

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