L’Ucraina assediata dai militari russi, ma si tratta ancora. Lavrov: chance di accordo

Il Cremlino continua ad aggiungere truppe. E gli Usa spostano l’ambasciata a Leopoli

Martedì 15 Febbraio 2022 di Anna Guaita
L’Ucraina assediata dai militari russi, ma si tratta ancora. Lavrov: chance di accordo

Nella giornata di ieri sul fronte russo-ucraino si sono alternati momenti di apparente disgelo a momenti di rinnovato allarme. Un’onda di sollievo, generata da parole di apertura del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov («chance di accordo»), è stata drasticamente frenata da un intervento del presidente ucraino, Zelensky, che ha annunciato di «essere stato informato che l’attacco avverrà il 16».

In un post su Facebook, il presidente ha annunciato che il 16 sarebbe stata proclamata «giornata dell’unità nazionale» e ha richiamato a Kiev politici e funzionari che erano all’estero perché «tornino a difendere la Patria».

Sono stati anche diramati ordini perché la polizia aumenti il monitoraggio di luoghi importanti, nel timore che ci possano essere atti di sabotaggio mentre i russi attuano un’invasione, e quasi contemporaneamente è arrivata la conferma che l’ambasciata Usa a Kiev chiudeva i battenti e trasferiva gli ultimi funzionari rimasti nel Paese nella città di Leopoli, vicina ai confini con la Polonia. Quasi due ore dopo questa uscita drammatica, il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podoliak, ha comunicato che il commento su Facebook era «sarcastico»: una reazione al martellare dell’Occidente sul rischio russo. 

 

IL PENTAGONO 

Brusca marcia indietro dunque, nella costernazione generale, mentre nel briefing pomeridiano, il Pentagono ribadiva tutte le sue valutazioni sull’imminenza di una possibile guerra: «Non crediamo che la decisione finale sia stata presa, ma nelle ultime 48 ore (Putin) ha continuato ad aggiungere truppe e ad arricchire le sue possibilità di attaccare». Il portavoce del Pentagono ha commentato che se Putin volesse dare un segnale di disgelo potrebbe rimandare a casa i soldati che hanno concluso i loro addestramenti, mentre invece continua a rafforzare la presenza militare, sia con armamenti che con materiale di supporto, come rifornimenti alimentari e assistenza medica. Secondo la Bbc le forze russe ieri hanno manovrato in assetto da attacco. Solo poche ore prima il mondo aveva invece sperato che la crisi ucraina stesse avviandosi verso una soluzione. 

 

 

MOSCA 

La giornata si era aperta con una conversazione fra Putin e i suoi due ministri degli Esteri e della Difesa, Sergei Lavrov e Sergei Shouigu, trasmessa in diretta tv. Il ministro degli Esteri aveva spiegato che la possibilità di una soluzione diplomatica era «lungi dall’essere esaurita», e anzi giudicava opportuno «intensificare» le conversazioni. Lavrov aveva anche comunicato di aver preparato una risposta in dieci pagine alle ipotesi di negoziato della Nato. Parole che aprivano comunque una porta, alla vigilia dell’arrivo a Mosca del cancelliere tedesco Olaf Scholz, reduce da una giornata con il presidente ucraino Zelensky a Kiev. «Putin - ha detto Scholz - accolga le nostre richieste».

 

LA MEDIAZIONE 

Alla conclusione dell’incontro Scholz-Zelensky nella conferenza stampa sia l’uno che l’altro avevano pronunciato frasi che devono essere suonate dolci ai russi, visto che entrambi i leader buttavano acqua sulla possibilità di un’entrata dell’Ucraina nella Nato: «Forse è solo un sogno» ha detto Zelensky, mentre Scholz si era chiesto perché Putin si stesse concentrando sull’idea dell’Ucraina nella Nato quando quel passo «non è neanche in agenda». Erano segnali che il tedesco e l’ucraino mettevano sul piatto alla vigilia dell’arrivo di Scholz a Mosca, magari con l’intento di rassicurare Putin su quel punto tanto spinoso. Non va dimenticato che la scesa in campo della Germania può muovere le pedine. La Germania è il più forte alleato della Russia in Europa e con Mosca condivide interessi economici. Se Scholz oggi fosse in grado di presentare a Putin un impegno di Zelensky a rinunciare all’ingresso nella Nato, di certo la diplomazia ripartirebbe, e Putin potrebbe vantare con i suoi concittadini di aver ottenuto una vittoria.

Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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