Ucraina, guerra finisce con un scambio di territori? Il generale Chiapperini: «Kiev deve "donare" la Crimea a Putin»

Risponde il comandante dei contingenti nazionali NATO in Kosovo nel 2001 e ONU in Libano nel 2006

Venerdì 24 Febbraio 2023 di Ebe Pierini
Ucraina, guerra finisce con un scambio di territori? Il generale Chiapperini: «Kiev deve "donare" la Crimea a Putin»

È trascorso un anno dall’inizio della guerra in Ucraina e in quella terra si continua a morire. Il generale Luigi Chiapperini, già pianificatore nel comando Kosovo Force della NATO, comandante dei contingenti nazionali NATO in Kosovo nel 2001 e ONU in Libano nel 2006 e del contingente multinazionale NATO in Afghanistan nel 2012, attualmente membro del Centro Studi dell’Esercito e autore del libro “Il Conflitto in Ucraina” (Francesco D’Amato Editore) analizza la situazione attuale con un occhio rivolto al futuro.

Putin e il consenso interno (che è ancora saldo): solo un russo su cinque vuole la fine della guerra

Generale oggi è esattamente un anno che è iniziata la guerra in Ucraina. Quali pensa che possano essere gli scenari possibili in futuro e quale la naturale evoluzione di questo conflitto?

Non è dato prevedere quando terminerà il conflitto, che sta assumendo sempre più connotazioni ibride, dove tutto è consentito senza esclusione di colpi: impiego massiccio di reparti corazzati e droni suicidi, minacce di uso di armi nucleari, disinformazione e destabilizzazione, fake news e azioni offensive nel campo cyber, iniziative diplomatiche e sanzioni economiche, tutte mosse attuate dall’una e dall’altra parte e che non sono circoscritte al territorio ucraino.

I prodromi di una guerra terrestre di logoramento si sono visti già a marzo 2022, quando i russi non sono riusciti a sfondare verso Kiev e, ancora oggi, con le difficoltà incontrate anche nel sud dell’Ucraina e nel Mar Nero. L’Ucraina ha dimostrato di essere un grande Paese, con forze armate motivate che si suppone continueranno a difendersi caparbiamente, finché ne avranno la possibilità. I russi, seppur con alcune debacle e difficoltà che molti non prevedevano, hanno ottenuto conquiste territoriali che li ha posti, almeno fino ad ora, in una situazione di relativo vantaggio per futuri tavoli delle trattative. Dopo un anno dall’inizio della guerra, continuano ad occupare quasi un quarto di quella che era l’Ucraina prima del 2014, compresi Crimea e parte di quattro regioni del sud. Si tratta di territori pari a quasi la metà della penisola italiana. Insomma, la Russia non sta stravincendo come sperava e molti temevano ma può ancora raggiungere alcuni degli obiettivi prefissati pur avendo dimostrato di non essere proprio una invincibile potenza militare e inimicandosi quasi tutte le altre nazioni del mondo. Il conflitto, stante la situazione sul terreno, potrebbe durare a lungo con una contesto simile a quello coreano a cui assistiamo da circa settanta anni.

Come valuta il piano preannunciato dalla Cina per una de-escalation ed una futura pace in Ucraina? Pechino può avere un peso determinante in eventuali trattative?

La Cina si è attivata per avanzare una propria proposta in alternativa a quelle circolanti in ambito ONU. La sua bozza, da indiscrezioni, sembrerebbe andare incontro agli obiettivi strategici della Russia e cioè il riconoscimento dell’annessione, avvenuta unilateralmente a settembre 2022, delle quattro Regioni del sud dell’Ucraina (Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhya), più naturalmente la Crimea occupata dal 2014. Molto verosimilmente il Dragone non mancherà anche di richiamare la necessità di una piena neutralità dell’Ucraina. Invece la bozza di risoluzione discussa e approvata ieri all’ONU, con l’indicativa astensione della stessa Cina, presume, in sintesi, il ritiro completo delle forze russe e il ripristino dei confini internazionali risalenti a prima delle vicende del 2014 e, più recentemente, dell’invasione armata da parte della Federazione Russa. Due posizioni in antitesi che vanno superate in qualche maniera. I colloqui dovrebbero essere portati avanti a ogni costo, anche accettando come mediatori quei Paesi indigesti all’una o all’altra parte, ad esempio la Cina. Questa, seppur schierata con la Russia, non può essere soddisfatta di una situazione d’instabilità mondiale troppo prolungata causata dal paese “amico”, che penalizzerebbe anche il suo anelito di ulteriore espansione economica con respiro mondiale. Al riguardo, ritengo che si possa lanciare una provocazione per superare l’empasse: per la Crimea si potrebbe pensare ad uno scambio di territori. Come nel 1954 la grande penisola del Mar Nero è stata “donata” da Kruscev all’Ucraina, così oggi la Crimea potrebbe essere “donata indietro” dall’Ucraina alla Russia. Un gesto di buona volontà che supererebbe il vincolo dell’intangibilità dei confini in quanto decisione “consensuale”.  Nella penisola, vero centro di gravità nel Mar Nero, i russi dovrebbero mantenere una presenza militare limitata però alla sola base navale di Sebastopoli. Tutti gli altri territori rientrerebbero invece nei confini ucraini decidendo successivamente, con un referendum, il livello di autonomia da concedere al Donbass. Ulteriori importanti elementi che potrebbero essere posti sul tavolo delle trattative sono il tema dei presunti crimini di guerra e la questione della ricostruzione. Sui presunti crimini di guerra si dovrebbe consentire il libero accesso nelle aree incriminate degli operatori delle organizzazioni internazionali preposte. Per quanto attiene alla ricostruzione, invece, la Russia dovrebbe accollarsi la maggior parte degli oneri, da quantificare a cura di organizzazioni terze accettate dai due contendenti.

Alla luce della situazione attuale Nato ed Europa cosa possono fare di più rispetto a quello che stanno già facendo? Invio di nuovi armi ed aerei da guerra?

NATO ed Europa hanno sinora supportato lo sforzo difensivo dell’Ucraina, anche se bisogna riconoscere che senza il valore, lo spirito combattivo e la resilienza delle forze armate e del popolo ucraino, oggi assisteremmo ad una situazione diversa. Se venisse confermata la politica di sostenere lo sforzo difensivo dell’Ucraina, non ci si può esimere dal continuare a fornire un’ampia gamma di capacità militari. Nessun esercito potrebbe difendere a lungo territori se non disponesse in particolare di sufficiente “arma base”, cioè fanteria con idonei mezzi da trasporto e combattimento e con armi controcarro di ultima generazione, affiancati da aliquote di carri armati e supportati da artiglieria con un numero adeguato di munizioni. Tutto questo strumento però necessita anche di essere preservato dall’offesa aerea dell’avversario. Detta difesa si può ottenere non solo con sistemi d’arma contraerei ma anche con velivoli idonei ad affrontare gli aerei avversari. Altri aerei potrebbero essere idonei a sopprimere obiettivi terrestri e la stessa difesa aerea russa. Naturalmente l’eventuale contributo di velivoli dovrà essere valutato non solo dal punto di vista politico ma anche della sostenibilità in termini di formazione dei piloti e di sostegno logistico.

 

Dopo un anno il presidente Zelensky non ha ceduto di un passo. Come valuta la sua figura e le sue scelte?

Forse pochi si aspettavano una tale reazione da parte del presidente Zelensky e del suo entourage. Molti si aspettavano, e il presidente Putin sperava fortemente, che con i carri armati russi alle porte di Kiev fuggisse lasciando un vuoto di potere da riempire con un governo non più troppo filo occidentale. Così non è stato. Le scelte di chiedere con insistenza aiuti militari e economici è nella natura di una persona forte, alla guida di un paese forte e con un forte spirito di sopravvivenza. È anche naturale che all’inizio di una negoziazione si parta da posizioni intransigenti come peraltro sta facendo la Russia. Ma entrambi i contendenti dovrebbero far sì che si addivenga ad una soluzione atta a evitare la “coreizzazione”, mi passi il termine, del conflitto. Il tutto non può prescindere dal diritto internazionale e come detto la chiave di volta potrebbe essere, secondo il mio parere, il futuro della Crimea.

Quali saranno secondo lei le prossime mosse di Putin e della Russia?

Dal punto di vista politico Putin potrebbe valutare le proposte cinesi prendendole come basi per intavolare una negoziazione seria con l’Ucraina. Credo che la sua linea rossa sia la Crimea, con le altre quattro regioni meridionali ucraine da usare come merce di scambio nel corso delle trattative. Molto però dipenderà dalla situazione militare sul terreno. Allo stato attuale assistiamo ad un tentativo di offensiva da parte russa su tre direttrici: da Kreminna verso Izyum, da Bakhmut verso Kramatorsk e da Melitopol verso Zaporizhzhya. Un’altra area di interesse potrebbe essere la regione filo russa moldava della Transnistria ove sono dislocati da anni piccoli reparti russi. L’obiettivo finale di queste operazioni, che invero non starebbe andando almeno per il momento come speravano, dovrebbe essere la conquista completa delle quattro regioni meridionali attualmente solo parzialmente occupate. Questi sforzi offensivi devono essere esercitati in tempi relativamente brevi, con la conquista di posizioni forti prima dell’arrivo dei rinforzi occidentali per le forze armate ucraine.

Il premier Meloni nella sua recente visita in Ucraina ha dichiarato che l'Italia potrebbe fornire a Kiev sistemi di difesa controaerea Samp T, Spada e Skyguard. Che importanza avrebbe nel conflitto il loro utilizzo? Potrebbe essere risolutivo? 

Quei sistemi d’arma, idonei a proteggere aree vitali da attacchi aerei e missilistici, potrebbero essere fondamentali ma non risolutivi. Le forze armate di qualsiasi paese del mondo, per essere veramente efficaci, hanno bisogno di un mix di capacità che le renda equilibrate, in grado cioè di rispondere ad una vasta gamma di offese sul terreno, in cielo e nel mare. Ecco il motivo per il quale Zelensky continua a gran voce a chiedere carri armati e sistemi d’arma per la difesa aerea, compresi gli aerei. Senza quelle risorse prima o poi l’Ucraina potrebbe cedere.

Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 12:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci