Guerra Ucraina, la "tempesta del secolo" respinge anche la flotta russa del Mar Nero: le conseguenze per il conflitto

Numerosi danni in Russia e in Crimea, non solo per la popolazione ma anche per l'esercito

Martedì 28 Novembre 2023
La "tempesta del secolo" respinge anche la flotta russa del Mar Nero: le conseguenze per la guerra

Il freddo e il maltempo potrebbero fermare la guerra in Ucraina. Un terribile uragano ha infatti colpito il sud della Russia, la Crimea e le regioni ucraine annesse di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, facendo rimanere quasi due milioni di persone senza corrente. Una tempesta senza precedenti, con venti di 140 chilometri orari che hanno scoperchiato case, sradicato alberi, inondato abitazioni, distrutto tratti della ferrovia. E che hanno anche fermato la flotta russa del Mar Nero.

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La tempesta del secolo e le conseguenze sulla guerra

È stata rinominata "la tempesta del secolo", perché era da almeno 150 anni che non si assisteva ad un fenomeno simile.

Era il novembre del 1854 e a Balaklava la flotta degli Alleati (britannici, turchi, francesi e Regno di Sardegna) subì l'affondamento di una trentina di navi a causa del maltempo. «Un vero e proprio Armageddon», come è stato definito dal presidente del Parlamento della Crimea, Vladimir Konstantinov. Diciotto i morti finora accertati, ma il bilancio è ancora provvisorio. Quello che è certo, invece, è il danno che il maltempo ha causato all'esercito russo: tra neve, onde molto alte e venti fino a 140 chilometri orari, la flotta del Mar Nero è stata costretta infatti a tornare alla base. Secondo un blogger russo, si temeva che i campi minati navali potessero andare alla deriva dopo che la tempesta aveva rotto le reti che li tenevano al loro posto. A Jevpatorija, città vicino alla base navale di Sebastopoli nella Crimea occupata, le alte maree hanno spazzato via trincee, barriere costiere e postazioni di tiro. Danni confermati anche dal think tank Institute for the Study of War (ISW), che ha affermato che l’esercito russo potrebbe affrontare “ramificazioni logistiche” dopo i danni alle linee ferroviarie nella Crimea occupata e nella Russia continentale.

 

Per questo motivo, il ritmo dei combattimenti è stato rallentato. Il colonnello Oleksandr Shtupun, portavoce del gruppo militare ucraino Tavriisk, ha affermato che il numero di attacchi di droni russi è diminuito di quasi sei volte a causa del clima, così come i bombardamenti dell'artiglieria. Continuano invece gli attacchi della fanteria e dei veicoli corazzati, motivo per cui secondo l'ISW, «Le difficili condizioni invernali costringeranno entrambe le parti a fare più affidamento sugli attacchi di terra guidati dalla fanteria in assenza di capacità di ricognizione aerea e di correzione dell’artiglieria». 

Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 11:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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