Javier Milei "El Loco", chi è il presidente che vuole portare l'Argentina «ai livelli di vita dell'Italia»: la motosega, Trump e la ​«shock economy»

Il ritratto del vincitore delle elezioni per la Casa Rosada

Lunedì 20 Novembre 2023 di Francesco Malfetano
Javier Milei "El Loco", chi è il presidente che vuole portare l'Argentina «ai livelli di vita dell'Italia»: la motosega, Trump e la «shock economy»

Un salto indietro di almeno quarant’anni.

E no, non perché il primo peronismo più volte evocato (a torto) per raccontare il nuovo presidente argentino Javier Milei sul finire dei ‘70 era formalmente agli scampoli, ma perché era dal 1983 che un candidato alla corsa per la Casa Rosada vedesse un tale sostegno popolare alle urne (oltre il 55%, quasi dodici punti in più del rivale Massa). Questo ovviamente non basta a definire che cosa aspetta gli argentini a partire dall’insediamento del 10 dicembre prossimo.

La promesse elettorali di Milei

Le premesse, e le promesse, sono tante e belligeranti: «Oggi inizia la fine della decadenza argentina. Iniziamo la ricostruzione e a voltare la pagina della nostra storia» sono non a caso le parole scelte per salutare la conferma della sua vittoria da El Loco, il pazzo, com’è conosciuto in Argentina questo economista, docente e conduttore radiofonico diventato famoso per le sue invettive anti-casta, in cui ama definirsi attraverso posizioni forti, se non estreme. Anarco-capitalista, favorevole alla vendita degli organi, legato visceralmente alla sorella Katrina che lo segue ovunque, fautore della privatizzazione selvaggia e della “dollarizzazione”, convinto sostenitore della necessità di liberalizzare uso e vendita delle armi, ha già declassato la Cina (principale partner economico di Buenos Aires) a «omicida», Papa Francesco a «sporco uomo di sinistra» e il cambiamento climatico a «bufala socialista». Gli ingredienti per una ricetta esplosiva, insomma, ci sono tutti. Per di più perché la shock economy propagandata da Milei vede come punto di partenza una scossa allo Stato, tagliando la spesa (la motosega è stata per questo al centro dei suoi comizi) fino al 15% del prodotto interno lordo, in una fase in cui l’aumento annuale dei prezzi ha raggiunto il 142,7%.

 

L'amicizia con Trump

Una sfida che a molti ricorda l’avvio del mandato presidenziale di Donald Trump negli Stati Uniti. Con l’ex presidente americano del resto, Milei non condivide solo l’appariscente zazzera ma anche un’amicizia che ha portato il Tycoon ad esultare per la vittoria sudamericana mutuando il suo “Make America great again”: «Trasformerai il tuo Paese e renderai davvero di nuovo grande l’Argentina!» Un asse che, qualora a Trump dovesse riuscire per la seconda volta il miracolo elettorale, potrebbe consolidarsi in un’alleanza strategica che sembra avere l’ambizione - neanche tanto nascosta - di compensare l’influenza cinese e russa in Sud America, con quella a stelle e strisce. 

Cosa significa per l'Italia

Cosa tutto questo possa significare per l’Italia è difficile dirlo. Al netto di una marcata presenza italiana nel Paese infatti (sono quasi 900mila gli emigrati e lo stesso Milei ha chiare origini del Belpaese), l’Argentina non è un partner di particolare rilievo a livello commerciale. Eppure le connessioni sono tante. Non a caso il principale partito del governo nostrano, FdI, nei mesi scorsi ha parlato di corsie preferenziali per gli emigrati di prima o seconda generazione che volessero lasciare l’Argentina per tornare in Italia. Forse anche per questo Milei si è sbilanciato parlando ai suoi “connazionali”: «Con me al potere in 15 anni raggiungiamo il livello di vita dell’Italia». In realtà però l’immediata correlazione plausibile tra i Paesi riguarda la politica estera. Milei ha in mente di ribaltare tutte le posizioni che l’Argentina ha tenuto negli ultimi anni, centrando l’asse sul sostegno americano (al punto dal voler adottare il dollaro per contrastare l’inflazione) e su Israele. Un piano ambizioso a cui fa da contraltare l’allontanamento netto dalla Cina e dai Brics. Vale a dire quelle economie in crescita e non allineate con cui l’Italia, specie con l’India, cerca da tempo di incarnare un ruolo di mediazione. Ruolo che con buona probabilità Giorgia Meloni cercherà di recitare anche con Milei, nel difficile tentativo di evitare che la miscela argentina diventi totalmente esplosiva. 

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