Jimmy Chérizier, chi è il leader delle gang di Haiti che minaccia la guerra civile. «Pronti al genocidio»

Lo chiamano “Barbecue” ed è a capo del gruppo di gang noto come “G9” che ora controllerebbe l'80% della capitale

Giovedì 7 Marzo 2024
Jimmy Chérizier, chi è il leader delle gang di Haiti (ed ex poliziotto) che minaccia la guerra civile. «Pronti al genocidio»

Jimmy Chérizier, detto “Barbecue”, ora minaccia una guerra civile se non si dimetterà il premier di Haiti Ariel Henry. Il leader del potente gruppo di gang noto come “G9” sta guidando la rivolta a Port-au-Prince e non ha intenzione di fermarsi. La violenza nel Paese ha raggiunto livelli inimmaginabili dopo le prime tensioni provocate lo scorso fine settimana da commando armati che hanno assaltato due prigioni della capitale liberando migliaia di detenuti e cercando di catturare l'aeroporto internazionale Toussaint Louverture. «O Haiti diventerà un paradiso per tutti noi o sarà un inferno per tutti», ha detto “Barbecue” che si è presentato ad una conferenza stampa con giubbotto antiproiettile e fucile mitragliatore.

Le gang, secondo gli ultimi report d'intelligence, controllerebbero l'80% della capitale. E l'emergenza istituzionale è totale.

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Chi è

Chérizier è nato a Delmas, vicino ai bassifondi di La Saline. Primo di otto figli, assiste alla morte del padre quando aveva solo 8 anni. Entra in polizia da giovanissimo e si arruola nell'Unité Départementale pour le Maintien de l'Ordre. Ma la sua carriera da militare dura poco. Perpetuando violenze, minacce ed estorsioni, in breve tempo diventa il leader di una banda nella Base Delmas 6. Mentre era un agente di polizia, Chérizier avrebbe organizzato e messo in atto il massacro di La Saline del 2018 in cui almeno 71 persone furono uccise e oltre 400 case furono bruciate. È anche accusato di essere coinvolto nel massacro della Grande Ravine del 2017 che ha ucciso almeno nove persone e nel massacro di Bel-Air del 2019. Soltanto nel dicembre 2018, Chérizier viene allontanato dalla polizia.

 

La carriera criminale

La sua carriera criminale scorre veloce come il sangue. Diventa il capo indiscusso delle Forze Rivoluzionarie della Famiglia G9 e degli Alleati, un'autodefinita federazione di bande. Il gruppo era originariamente composto da nove organizzazioni, ma da allora è cresciuto fino a comprenderne più di una dozzina. Chérizier si definisce il leader di una rivoluzione armata.  La formazione del G9 è stata annunciata ufficialmente da Chérizier in un video su YouTube il 10 giugno 2020, subito dopo il massacro di Port-au-Prince del maggio 2020.

 

Guerra civile

Haiti è il Paese più povero dell'America Latina, ed ora è praticamente all'ultima spiaggia. La grave crisi apertasi il 7 luglio 2021, quando il presidente Jovenel Moise fu ucciso nella sua camera da letto a Port au Prince, è maturata negli anni fino a diventare ora un ingestibile caos. L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, Volker Türk, ha dichiarato che la situazione ad Haiti «è davvero insopportabile per il popolo haitiano», evidenziando che dall'inizio del 2024 i morti sono già 1.193. L'emergenza istituzionale è totale, al punto che il primo ministro Ariel Henry, reduce da un viaggio in Kenya per la costituzione della Missione multinazionale (Mmas) approvata dall'Onu, e da colloqui negli Stati Uniti, è di fatto costretto ad un esilio forzato non essendo potuto rientrare in patria con il suo aereo privato. Si trova a Porto Rico, o forse, in Giamaica. Per di più, secondo fonti giornalistiche, il premier ha ricevuto in volo la notizia che gli Usa gli consigliavano di dimettersi per permettere l'avvio di un processo di transizione.

 

Caos politico

Dal 2016 ad Haiti non si celebrano più elezioni, per cui non ci sono presidente, Parlamento, governo e premier legittimi, e neppure una Corte Suprema funzionante. Vari centri urbani, ma soprattutto la capitale, sono quotidianamente preda delle scorribande di gruppi armati che assaltano gli edifici pubblici, si scontrano con la polizia, sequestrano, violentano e uccidono, generando terrore nella popolazione che emigra dalle città verso regioni più sicure. La polizia non riesce a contrastare tale criminalità, e si concentra nella difesa di edifici e infrastrutture considerate strategiche.

 

La Missione

Nell'ultima settimana l'emergenza è, se possibile, ulteriormente peggiorata, dopo che il premier Henry si è impegnato in un vertice nei Caraibi a organizzare elezioni generali entro il 31 agosto 2025. Il Consiglio di sicurezza dall'Onu è stato convocato per una riunione a porte chiuse in cui studierà il da farsi. Ci si aspetta un passo avanti almeno per quanto riguarda la Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza (Mmas) a guida keniana che ha bisogno di fondi per poter funzionare e dispiegarsi sul territorio haitiano.

 

La pressione Usa

Gli Stati Uniti «certamente non stanno facendo pressioni sul premier di Haiti affinchè si dimetta». Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre in un briefing con la stampa.

Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 12:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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