Rischio escalation mai così alto in Medio Oriente. Dopo l'attacco di Israele all'ambasciata iraniana di Damasco, nel quale sono morti alcuni alti esponenti del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, Teheran ha annunciato di essere pronta a reagire con decisione. «L'attacco israeliano non rimarrà senza risposta - ha dichiarato il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane Mohammad Bagheri -. La vendetta dell'Iran è inevitabile e Teheran deciderà come e quando effettuare l'operazione di rappresaglia».
«Il recente attacco israeliano alla sede del consolato iraniano nella capitale siriana, Damasco, è una sorta di follia e rappresenta il suicidio del regime sionista», ha assicurato Bagheri, durante i funerali a Isfahan di uno dei due alti ufficiali uccisi, Mohmmad Reza Zahedi, comandante di un'unità d'élite dei Guardiani responsabile delle operazioni esterne dell'Iran.
La «vendetta» entro la fine del Ramadan
La tensione è alle stelle e gli equilibri, già piuttosto fragili fra gli stati dell'area, sembrano sul punto di precipitare. La «vendetta» di Teheran è attesa a stretto giro: l'intelligence Usa prevede un attacco entro la prossima settimana, o comunque entro la fine del mese sacro del Ramadan (martedì 9 aprile).
Offensiva che potrebbe essere compiuta con uno sciame di droni Shaheed o con missili da crociera, armi di cui l'arsenale iraniano è ben fornito.
L'attacco «indiretto»
È tuttavia difficile immaginare un attacco diretto dell'Iran su territorio israeliano, che finirebbe per scatenare una guerra su vasta scala. Piuttosto sono plausibili due scenari: un raid su una ambasciata di Israele in un altro stato o, più probabilmente, un'offensiva attraverso i propri "partner", come gli Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza, o gli Houthi nel Mar Rosso.
In altre parole, un attacco «indiretto» darebbe modo a Teheran di colpire il nemico, senza rischiare di alzare il livello dell'escalation. Israele, intanto, ha chiuso le proprie ambasciate in giro per il mondo, mentre sul fronte interno ha messo l'esercito in stato di massima allerta.
I timori degli Usa
Lo scenario preoccupa - e non poco - gli Stati Uniti, che negli ultimi giorni hanno avuto un intenso botta e risposta con l'Iran.
Un gioco di minacce, più o meno velate, in cui l'unico obiettivo sembra quello di evitare uno scontro diretto. Basterà per evitare l'ampliamento dei confini della guerra che scuote il Medio Oriente? Dirlo con certezza, adesso, sembra drammaticamente impossibile.