Finalmente scende in campo il leader cinese Xi Jinping nel tentativo di avviare un negoziato di pace tra Russia e Ucraina. E lo fa nel momento in cui si sente più forte, a livello interno e internazionale. L'agenzia Reuters anticipa che la prossima settimana Xi potrebbe andare a Mosca, mentre il corrispondente da Singapore del Wall Street Journal aggiunge che dopo il colloquio con Putin, per la prima volta Xi parlerà col presidente ucraino Zelensky in videoconferenza, e proseguirà verso alcune capitali europee.
La riconferma
Confermato venerdì, a 69 anni, presidente della superpotenza asiatica per il terzo mandato quinquennale con voto unanime dei quasi tremila membri dell'Assemblea nazionale del popolo, Xi ha nominato premier Li Qiang, fidatissimo ex segretario del Partito comunista a Shangai, consolidato la presa sull'intero governo e, come prova di forza nei confronti degli Stati Uniti, ha voluto alla Difesa Li Shangfu, il generale che ha trattato coi russi l'acquisto dei caccia Su-35 e dei sistemi missilistici antiaerei S-400 e per questo, dal 2018, è sanzionato da Washington.
La reazione
Immediata la presa di posizione americana, che non lascia il campo a Pechino e avverte che sono stati gli USA a «incoraggiare» il leader cinese a contattare Zelensky, oltre a Putin. Lo rivela il Consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, parlando coi giornalisti a bordo dell'Air Force One. Finora, Pechino ha ribadito più volte l'alleanza «senza limiti» con la Russia, evitando di condannare in sede Onu l'invasione dell'Ucraina, e schierandosi contro le sanzioni. Nel piano di pace in 12 punti, Pechino riafferma il principio dell'integrità e sovranità territoriale degli Stati, ma non chiede il ritiro della Russia e non la tratta da aggressore. Secondo fonti del WSJ, «Xi vuole giocare un ruolo più attivo nel mediare una fine della guerra». Nessuna conferma ufficiale immediata della missione cinese. No comment dal ministero degli Esteri. La presidenza ucraina dice che non risulta fissata l'agenda dell'eventuale videoconferenza con Zelensky. Il portavoce del Cremlino, Peskov, si limita a «non diciamo nulla, per ora, vi faremo sapere».
L'attesa
L'annuncio della visita sarà fatto congiuntamente. Zelensky ha chiesto più volte di parlare con Xi e sul piano in 12 punti ha ammesso che Pechino può svolgere un ruolo di pace. «Rispettiamo la volontà della Cina di dare il suo contributo per cercare di risolvere il conflitto», dichiara l'ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melny, a margine di un concerto. «Ci auguriamo che prossimamente si svolga l'incontro online tra i due leader, che avranno così la possibilità di parlare nel dettaglio e condividere le loro posizioni. Speriamo che con un Paese grande come la Cina riusciremo a trovare una soluzione». Alexander Gabuev ("Carnegie"), mentre sottolinea l'alleanza russo-cinese, invita a non esaltarla: l'amore della Russia è per necessità, mai come oggi Mosca ha bisogno dell'appoggio di Pechino, e la leadership cinese vede una convenienza nel fatto che il regime russo uscirà in ogni caso indebolito dalla guerra e questo renderà Mosca ancora più dipendente dalla Cina. Inoltre, proprio in nome della sicurezza e stabilità, funzionali alla crescita ed espansione economica, Xi non vuole e non può rompere con gli occidentali. Ciononostante, è un fatto che nel 2022 l'interscambio Cina-Ucraina, in conseguenza della guerra, è sceso del 60 per cento a 7.6 miliardi di dollari, mentre quello con la Russia è salito del 29 per cento a 190 miliardi. Tanto per chiarire da quale parte stia Xi, partendo per Mosca e l'Europa.
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