Guai in vista per Jair Bolsonaro. La Commissione d'inchiesta sulla pandemia di Covid del parlamento del Brasile (Cpi) ha approvato le conclusioni di una indagine in cui raccomanda l'incriminazione del presidente Bolsonaro per nove reati legati alla sua gestione dell'emergenza, tra cui «crimini contro l'umanità».
Bolsonaro, tutte le accuse sulla pandemia
Il testo, presentato la scorsa settimana dal relatore Renan Calheiros, raccomanda l'incriminazione di circa 80 persone, tra cui diversi ministri, ex ministri, aziende e i tre figli maggiori di Bolsonaro, tutti funzionari eletti. Non ha tuttavia efficacia immediata e rischia di non averne: il rapporto dovrà infatti essere sottoposto alla procura competente, diretta da un alleato del presidente Augusto Aras.
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Tuttavia, l'accusa di «crimine contro l'umanità» potrebbe finire davanti alla Corte penale internazionale dell'Aia. Il presidente, la cui popolarità è secondo i sondaggi in netto declino, continua a negare ogni accusa. «Sappiamo di aver fatto la cosa giusta fin dall'inizio», ha detto la scorsa settimana. La Commissione lo accusa di aver deliberatamente deciso di non prendere le misure necessarie contro il coronavirus confidando nel raggiungimento di una immunità di gregge, una strategia «ad alto rischio». Denunciato anche il «deliberato ritardo» nell'acquisizione dei vaccini, avendo il governo preferito promuovere cure inefficaci come l'idrossiclorochina, con «tragiche conseguenze» per la popolazione. E infine di non aver rifornito di ossigeno le popolazioni amazzoniche, decimate dal virus.
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