Pensioni, da marzo 2023 gli aumenti (con arretrati). Date di pagamento, fasce e rivalutazioni: ecco cosa cambia

Mercoledì 1 Marzo 2023, 15:39 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 07:30

Normativa rivalutazione e rinnovo pensioni anno 2023

Riguardo alle tempistiche di erogazione degli aumenti delle pensioni e le motivazioni per le quali per alcuni pensionati l'aumento è scattato a gennaio, mentre ad altri è scattato a marzo, vediamo come funziona la normativa sulla rivalutazione e rinnovo delle pensioni per l'anno 2023, con gli interventi legislativi eccezionali approvati dal Governo.

La prima cosa da sapere è che «al fine di contrastare gli effetti negativi per combattere gli effetti negativi dell'inflazione per l'anno 2022 e e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni, di cui all’articolo 24, comma 5, della legge 28 febbraio 1986, n. 41, per l’anno 2021 è anticipato al 1° novembre 2022». Questo è il testo dell'articolo 21, comma 1, lettera a) del Decreto Legge n. 115 del 9 agosto 2022. Con questo Decreto sono state anticipate le operazioni di rinnovo delle pensioni per l'anno 2022.

L'Inps, infatti, ha pubblicato la circolare n. 120 del 26 novembre 2022. Con il decreto 10 novembre 2022, emanato dal Ministro dell'Economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, recante «Perequazione automatica delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2023. Valore della percentuale di variazione – anno 2022. Valore definitivo della percentuale di variazione – anno 2021», la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l'anno 2022 è determinata in misura pari a +7,3% dal 1° gennaio 2023, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l'anno successivo.

Di conseguenza, sempre in anticipo con i tempi, l'Inps ha pubblicato la circolare n. 135 del 22 dicembre 2022 ed il comunicato stampa del 22 dicembre 2022. Nella circolare viene recepito l'aumento del 7,3% ma anche il disegno di Legge di Bilancio 2023, che in quel momento era in corso di approvazione, e che prevedeva un sistema di rivalutazione automatica ma per fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a 4 volte il trattamento minimo. Misura poi approvata successivamente nella Legge di Bilancio 2023.

L'Istituto, al fine di evitare la corresponsione di somme potenzialmente indebite, ha annunciato di rendere operativo il rinnovo delle pensioni, e quindi l'aumento del 7,3%, esclusivamente per coloro che hanno la pensione fino a 4 volte il trattamento minimo in pagamento nell'anno 2022, pari a 2.101,52 euro. E per il resto dei pensionati il tutto è stato rimandato. L'Istituto ha annunciato, poi, sempre nel comunicato stampa del 22 dicembre 2022 che «Per i pensionati il cui trattamento pensionistico cumulato è superiore al predetto limite, la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile dopo l’approvazione della legge di bilancio 2023».

Quindi per i pensionati con pensione oltre i 2.101,52 euro il rinnovo delle pensioni è stato rimandato. A seguito dell’approvazione della legge 29 dicembre 2022, n. 197, meglio conosciuta come Legge di Bilancio 2023, sono stati rivalutati anche i trattamenti pensionistici cumulati superiori al predetto limite e la rivalutazione è stata calcolata sulla base dell’articolo 1, comma 309, della Legge di Bilancio 2023, che dispone: Per il periodo 2023-2024 la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è riconosciuta: a) per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per cento; b) per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS e con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi:

  1. nella misura dell’85 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo INPS;
  2. nella misura del 53 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo INPS;
  3. nella misura del 47 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a otto volte il trattamento minimo INPS;
  4. nella misura del 37 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a dieci volte il trattamento minimo INPS;
  5. nella misura del 32 per cento per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a dieci volte il trattamento minimo INPS”. Essendo l'aumento delle pensioni per l'anno 2023 pari al 7,30%, nell'applicare la legge, le percentuali di aumento delle pensioni vanno dal 7,30% al 2,336%. Quest'ultimo, ad esempio, è proprio il 32% di 7,3% indicato nel punto 5 sopra riportato. Ed è questo il motivo per il quale le pensioni oltre 10 volte il trattamento minimo (ossia oltre 5.253,81 euro) sono rivalutate del 2,336%. Sulla base di quanto approvato nella Legge di Bilancio 2023, l'Istituto ha emesso prima il comunicato stampa del 24 gennaio 2023, con il quale annunciava che a marzo 2023 sarebbero state erogate le rivalutazioni da perequazione delle pensioni e relativi arretrati di gennaio e febbraio 2023. E poi ha pubblicato la circolare n. 20 del 10 febbraio 2023, con la quale l'Istituto ha recepito gli aumenti previsti da "Rinnovo delle pensioni di importo superiore a quattro volte il trattamento minimo per l’anno 2023" ed ha pubblicato la relativa tabella degli aumenti delle pensioni anno 2023, annunciando in maniera definitiva che "Il pagamento nell’importo rivalutato sarà posto in pagamento dalla mensilità di marzo 2023, unitamente agli arretrati delle mensilità di gennaio e febbraio 2023".


© RIPRODUZIONE RISERVATA