Contratti a termine, dalle regole sulle causali ai rinnovi: ecco cosa cambia con il decreto lavoro 2023

Sabato 29 Aprile 2023, 12:24 - Ultimo aggiornamento: 12:31

Le nuove causali

1 - Secondo quanto previsto dalla bozza del Decreto lavoro 2023, l’apposizione del termine superiore ai 12 mesi, e non eccedente i 24 mesi per i contratti a termine nell’anno in corso, è giustificata dalle ragioni tecniche, organizzative e produttive, che potranno essere riconosciute dalla contrattazione collettiva, anche aziendale. Cioè, tali contratti sono ammessi oltre i 12 mesi per le ragioni previste nel CCNL di riferimento dell’azienda o della categoria professionale.

2 - Il testo del Decreto lavoro 2023 prevede che, in caso di mancato esercizio di delega da parte della contrattazione collettiva, le ragioni tecniche, organizzative e produttive, giustificative dell’apposizione del nuovo termine, dovranno essere preventivamente certificate. Se non le prevede specificamente il CCNL, allora affinché siano valide devono essere certificate. La certificazione deve essere fatta presso una delle sedi delle commissioni di certificazione, di cui agli articoli 75 e seguenti del Decreto Legislativo n. 276 del 2003.

3 - Infine, il Decreto lavoro prevede per i contratti a termine nel 2023 quale ultima condizione che può giustificare l’apposizione del termine superiore ai 12 mesi e comunque non eccedente i 24 mesi, l’esigenza di sostituire altri lavoratori.

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