Superbonus, cosa rischia chi ha iniziato i lavori? E cosa deve fare chi deve partire? Domande e risposte

Ristrutturare case o rifare gli infissi non sarà più così conveniente. Restano valide le detrazioni solo per alcuni lavori

Sabato 18 Febbraio 2023 di Mario Landi
Superbonus, cosa rischia chi ha iniziato i lavori? E cosa deve fare chi deve partire? Domande e risposte

Sul Superbonus si cambia ancora. Stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura, già in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Quindi cosa cambia ora? Cosa deve fare chi ha già iniziato i lavori? E chi li avrebbe cominciati a breve? Di sicuro ristrutturare case o rifare gli infissi non sarà più così conveniente. 

Cosa deve fare chi ha avviato già i lavori?

Per chi ha gi avviato l'iter dei lavori resta valida l'opzione dello sconto o della cessione dei crediti. Per gli interventi legati al Superbonus, entro il 17 febbraio 2023 (la data di entrata in vigore del decreto) devono risultare presentati: la Cila (comunicazione di inizio lavori asseverata) per gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomini; la Cila e l'adozione della delibera assembleare che ha approvato l'esecuzione dei lavori per gli interventi effettuati dai condomini; l'istanza per l'acquisizione del titolo abitativo per gli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici. Per gli altri interventi edilizi è necessario che entro la stessa data risulti presentata la richiesta del titolo abilitativo; siano già iniziati i lavori nel caso in cui non serva un titolo abilitativo; risulti regolarmente registrato il contratto preliminare o stipulato il contratto definitivo di compravendita nel caso di acquisto di unità site in fabbricati oggetto di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione.

 

I crediti incagliati?

Il decreto del governo prova, come detto, a risolvere anche un altro problema: quello dei crediti incagliati. Molti cantieri da mesi non riescono a partire perché le imprese non riescono a vendere i crediti fiscali alle banche che hanno esaurito i loro "plafond" per gli sconti. Il governo aveva già provato a sbloccare questo corto circuito, permettendo agli istituti di credito di poter cedere i crediti anche alle imprese loro clienti. Un meccanismo per esempio, utilizzato da Intesa San Paolo che ha siglato accordi per la cessione dei crediti con imprese come Autotorino e Ludoil in modo da ampliare i propri spazi per acquistare i crediti del Superobus.

Ma questo sistema ha trovato un grande limite a causa di una serie di sentenze della Corte di Cassazione che hanno allargato il sequestro dei crediti derivanti da truffe, anche agli acquirenti in buona fede. Molte imprese interessate a comprare crediti dalle banche, insomma, sono state spaventate dal rischio di finire coinvolte loro malgrado in eventuali sequestri della magistratura pur avendo acquistato in buona fede dalle banche. Il decreto approvato ieri dal governo rimuove questo ostacolo. 

Cosa succede agli altri bonus?

Lo stop alla cessione del credito però non riguarda solo il Superbonus ma anche tutti gli altri bonus (ecobonus standard, bonus ristrutturazione, sismabonus ordinario, bonus barriere architettoniche). Il blocco, viste le divese somme in gioco, avrà inevitabilmente un impatto minore. Resta quindi solo la detrazione fiscale attraverso la dichiarazione dei redditi: le spese vanno dunque pagate interamente, ma potranno essere detratte dalle tasse, con una percentuale che varia in base al tipo di bonus e ripartita su più anni.

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Gli interventi interessati sono sette: recupero del patrimonio edilizio; efficienza energetica; adozione di misure antisismiche; recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti; installazione di impianti fotovoltaici; installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici; superamento ed eliminazione di barriere architettoniche. 

E le case green entro il 2030?

L'impatto ricadrà anche sul tema delle ristrutturazioni delle case green tanto care all'Ue: l'obiettivo approvato è quello di avere edifici residenziali con classe "E" di prestazione energetica minima entro il gennaio 2030 e "D" entro il 2033. L'Italia però è ancora indietro (secondo le stime 74% è in una classe energetica inferiore alla D) e lo stop alla cessione dei crediti ridurrà notevolmente gli interventi.  

Com'era cambiato il Superbonus 90%?

Già nella legge di bilancio il Superbonus 110% era stato trasformato in Superbonus 90% (a meno che i lavori non fossero stati deliberati dall'assemblea entro il 18 novembre e la Cilas non fosse stata presentata entro il 31 dicembre). Per le villette la misura resta piena fino al 31 marzo per chi ha fatto almeno il 30% dei lavori al 30 settembre; per il resto è garantita al 90% fino a fine 2023 se è prima casa e il proprietario ha un reddito inferiore a 15.000 euro.

Ultimo aggiornamento: 23:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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