Ci sono anche le ferrovie fra i pilastri del Recovery plan. Con una dettagliata serie di progetti che punta ad accorciare i tempi di percorrenza dei principali collegamenti delle rete italiana. «Infrastrutture per una mobilità sostenibile» è il titolo della Missione numero 3 del Piano nazionale di ripresa e resilienza scritto dal governo di Giuseppe Conte per accedere ai fondi europei del Next Generation Eu, il nuovo strumento messo in campo dall'Unione europea per fronteggiare l'emergenza Covid.
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I NODI DI SCAMBIO
L'obiettivo di fondo è quello di accelerare i collegamenti lungo gli assi nord-sud ed est-ovest del Paese e aumentare la capacità delle principali linee e nodi di scambio. Una tabella allegata alle schede tecniche del piano quantifica in 20,3 miliardi gli investimenti aggiuntivi previsti per le ferrovie ad alta velocità e le strade sicure, portando il totale a 32 miliardi. Il governo mira in particolare, si legge, alla «decarbonizzazione e riduzione delle emissioni attraverso lo spostamento del traffico passeggeri e merci dalla strada alla ferrovia» e a una «maggiore connettività e coesione territoriale grazie alla riduzione dei tempi di percorrenza». Si prevede poi la «digitalizzazione delle reti di trasporto e il miglioramento della sicurezza di ponti, viadotti e gallerie» e «l'aumento della competitività dei sistemi produttivi del Sud attraverso il miglioramento dei collegamenti ferroviari».
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Attualmente il traffico passeggeri in Italia è per il 90% sulle strade, mentre quello ferroviario rappresenta solo il 6% (contro il 7,9 % in Europa). I volumi di trasporto merci viaggiano per il 51% su gomma (1,05 miliardi di tonnellate nel 2019) e per il 13% sui binari (contro il 18,7 % in Ue). Il trasferimento di persone e prodotti dalla strada al ferro è considerato dal piano un modo di promuovere la transizione verde e digitale. L'aumento della capacità nei nodi ferroviari chiave nelle aree metropolitane, inoltre, si prevede che abbia «ricadute positive sui treni regionali, rendendo i centri urbani più accessibili». Mentre gli investimenti sulle linee nell'Italia meridionale «ridurranno il divario infrastrutturale e i tempi di percorrenza, migliorando la coesione sociale».
LE TRATTE
Gli interventi sulla rete ad alta velocità previsti al sud - che fanno parte dell'attuale programma di investimenti di Rete ferroviaria italiana (Rfi), la società pubblica del gruppo Fs che gestisce i binari della Penisola - consentiranno entro il 2026 di ridurre i tempi di percorrenza e di aumentare la capacità.
Sulla Napoli-Bari, una volta completato il progetto, la tratta sarà coperta in 2 ore, invece delle attuali 3 e 30 minuti. Un taglio che consentirà di portare da 4 a 3 le ore per andare in treno da Roma al capoluogo pugliese.
Sempre al Sud si prevede di accorciare di 60 minuti la percorrenza sulla Palermo-Catania e sempre di un'ora quella sulla Roma-Reggio Calabria.
Nel quadrante centro-sud l'obiettivo degli interventi proposti nel piano è «ridurre il tempo necessario per viaggiare in treno e trasportare merci dal Mare Adriatico e dal Mar Ionio al Mar Tirreno, migliorando la velocità, la frequenza e la capacità delle linee ferroviarie diagonali esistenti». I collegamenti dalla Capitale si ridurranno così di 80 minuti nella tratta verso Pescara, di 15 minuti sulle linea per Ancona e di 10 minuti su quella per Perugia. Da Napoli a Taranto si risparmieranno invece 30 minuti.
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LE MERCI
Poi ci sono i collegamenti del Nord. «Al fine di aumentare il traffico merci per ferrovia e garantire il trasferimento modale dalla strada alla ferrovia nel commercio transfrontaliero, è necessario aumentare la capacità dei collegamenti nell'Italia settentrionale e nel resto d'Europa», recita il piano. Gli interventi previsti si concentrano sulla Brescia-Verona-Vicenza-Padova, dove una volta completati i lavori il tempo di percorrenza sulla Milano-Venezia diminuirà di 10 minuti. In Liguria invece i progetti ruotano sul Terzo Valico, la linea che consentirà di velocizzare la tratta fra Genova e Novi Ligure. L'infrastruttura è finalizzata a migliorare i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d'Europa. Il progetto ridurrà da un'ora e 30 minuti a un'ora i tempi per andare da Milano a Genova e dal capoluogo ligure a Torino.
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