Assegno unico più alto, aumenti per chi ha Btp e buoni postali: ecco perché e cosa c'entra l'Isee. Le novità della Manovra

Mercoledì 1 Novembre 2023 di Giuseppe Gioffreda
Assegno unico, aumenti per chi ha Btp e buoni postali: ecco perché e cosa c'entra l'Isee. Le novità della Manovra

Manovra. Fuori dal calcolo dell'Isee i Btp e i buoni postali.

I titoli di Stato italiani non rientreranno più nel calcolo dell’Isee, l’Indicatore della situazione economica familiare. Saranno esclusi fino ad un importo massimo di 50 mila euro. Dal calcolo dell’Isee, e sempre fino alla soglia dei 50 mila euro, saranno esclusi inoltre gli altri titoli garantiti dallo Stato, come i libretti e i Buoni postali. Ma cosa determina questo in termini pratici?

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L'Isee è l'indicatore della situazione economica familiare che viene utilizzato per definire a chi possono essere garantite alcune prestazioni assistenziali o agevolazioni e in che misura. Alcuni esempi? Supporto formazione e lavoro, borse di studio universitarie, bonus asili nido, altri bonus. E anche, e non ultimo, l'assegno unico.

Escludere dunque dal calcolo dell'Isee i titoli di Stato avrà come conseguenza un "aumento" delle prestazioni (che sul reddito familiare si basano) per coloro i quali detengono questo tipo di titoli: a parità di altri redditi rispetto al passato, si "abbasserebbe" la quota totale Isee per l'abbassamento della parte patrimoniale con l'effetto una crescita del contributo richiesto. Ma, come spiega la Relazione tecnica alla manovra, gli effetti veri e propri saranno evidenti soprattutto - sebbene in misura contenuta - sull'assegno unico. 

Niente Btp nell'Isee, gli effetti

Da sottolineare innanzitutto che la parte patrimoniale dell'Isee (il patrimonio mobiliare può essere rappresentato da un conto corrente e gli investimenti fatti mentre il patrimonio immobiliare invece è determinato dal possedimento di beni come case, zone fabbricabili, i terreni, le abitazioni con relative pertinenze) incide su una quota di circa il 20% nella formazione dell'Isee. 

La disposizione che esclude ai fini del calcolo dell'Isee Btp e i buoni postali, produce quindi l'effetto di far diminuire l'Isee «con conseguenze in termini di maggiori spese per prestazioni legate alla prova dei mezzi misurata attraverso l'Isee», recita la Relazione tecnica alla legge di bilancio.

I calcoli

E aggiunge che poiché la maggior parte di queste prestazioni prevede livelli di Isee «decisamente contenuti» (vedi ad esempio la social card erogata a coloro che hanno un Isee entro i 15mila), l'effetto sia in termini di finanza pubblica, sia di accesso e/o aumento della prestazione stessa sono trascurabili.

Discorso diverso per l'assegno unico. «Considerata la l'universalità della prestazione e la granularità delle classi Isee (vedi ultima scheda del presente articolo, ndr) cui corrispondono livelli di prestazioni diverse» l'esclusione degli investimenti dal computo «ha un peso irrilevante per i valori di Isee bassi, che cresce al crescere dell'Isee». Le stime? «Risulta mediamente quasi dello 0,7% con una incidenza media della prestazione dello 0,23%».

Assegno unico, a chi spetta

L’Assegno unico e universale spetta alle famiglie in cui ricorrono le seguenti condizioni. 

  • Per ogni figlio minorenne a carico. Per i nuovi nati decorre dal settimo mese di gravidanza;
  • Per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni, che:
  1. frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, o un corso di laurea;
  2. svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui;
  3. sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  4. svolga il servizio civile universale;
  5. per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

 

Assegno unico, le soglie Isee

Alle famiglie che al momento della domanda siano in possesso di Isee valido, l’Assegno è corrisposto in base alla corrispondente fascia Isee. L’importo commisurato al valore dell’Isee è corrisposto con decorrenza retroattiva con tutti gli arretrati, anche a coloro che al momento della presentazione della domanda non siano in possesso di Isee, ma per i quali l’Isee sia successivamente attestato entro il 30 giugno.

L’Assegno unico per i figli a carico, poiché è una misura “universale”, può essere richiesto anche in assenza di Isee o con Isee superiore alla soglia di 43.240 euro. In tal caso, saranno corrisposti gli importi minimi previsti dalla normativa.

 

Assegno unico, importi e tabelle

Gli scaglioni Isee che determinano l'importo dell'assegno sono molto "fitti". Granularità, si dice in termine tecnico. Ecco i primi dieci, giusto per esempio.

  • fino a 16.215,00 (189,2 euro)
  • da 16.215,01 a 16.323,10 (188,6 euro)
  • da 16.323,11 a 16.431,20 (188,1 euro)
  • da 16.431,21 a 16.539,30 (187,6 euro)
  • da 16.539,31 a 16.647,40 (187,0 euro)
  • da 16.647,41 a 16.755,50 (186,5 euro)
  • da 16.755,51 a 16.863,60 (185,9 euro)
  • da 16.863,61 a 16.971,70 (185,4 euro)
  • da 16.971,71 a 17.079,80 (184,9 euro)
  • da 17.079,81 a 17.187,90 (184,3 euro)

Ecco perché, dunque, l'esclusione dei Btp dal computo dell'Isee avrà effetti sull'assegno unico. 

L’importo dell’Assegno viene infatti determinato in base all’Isee eventualmente presentato del nucleo familiare del figlio beneficiario, tenuto conto dell’età dei figli a carico e di numerosi altri elementi.

In particolare, è prevista:

  • una quota variabile progressiva (da un massimo di 189,2 euro per ciascun figlio minore con ISEE fino a 16.215 euro a un minimo di 54,1 euro per ciascun figlio minore in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 43.240 euro).

Gli importi dovuti per ciascun figlio possono essere maggiorati nelle ipotesi di:

  • nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo);
  • madri di età inferiore a 21 anni;
  • nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro;
  • figli affetti da disabilità;
  • figli di età inferiore a un anno;
  • figli di età compresa tra 1 e 3 anni per nuclei con tre o più figli e ISEE fino a 43.240 euro;
  • una quota a titolo di maggiorazione per compensare l’eventuale perdita economica subita dal nucleo familiare, se l’importo dell’Assegno risultasse inferiore alla somma dei valori teorici dell’Assegno per il Nucleo Familiare (componente familiare) e delle detrazioni fiscali medie (componente fiscale), percepite nel regime precedente la riforma.

Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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