Aumento stipendi, ecco le simulazioni: in media da 80 a 100 euro al mese in più in busta paga (ma solo per cinque mesi)

Il taglio del cuneo fiscale e contributivo per cinque mesi salirà di altri quattro punti fino a raggiungere i sette punti, ma solo per cinque mesi

Lunedì 1 Maggio 2023 di Mario Landi
Aumento stipendi, ecco le simulazioni: da 70 a 150 euro al mese in più in busta paga (ma solo fino a novembre)

Il taglio del cuneo fiscale e contributivo per cinque mesi salirà di altri quattro punti fino a raggiungere i sette. All'articolo 34 si stabilisce come per i periodi di paga dal 1 luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, la misura dell'esonero è elevata da due punti a sei punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro e a sette punti per i redditi fino a 25mila euro.

Questo si tradurrà in aumenti in busta paga in media da 80 a 100 euro al mese.

 

Le simulazioni

Ma quale sarà l'impatto sugli stipendi? Con il taglio di ulteriori 4 punti del cuneo fiscale per coloro che guadagnano 1.000 euro al mese si arriverà a un risparmio totale di 70 euro al mese. Su uno stipendio di 1.500 euro al mese la cifra salirà a 105 euro al mese. E ancora per chi precepisce 2.000 euro al mese godrà di un risparmio fino a 120 euro complessivi considerando lo sgravio del 6%. Salendo a 2.500 euro, invece, il risparmio sarà di 150 euro totali al mese. 

Importante ricordare, però, che il risparmio non si riverserà totalmente sull’importo netto. Il minore esborso di contributi, infatti, fa sì che la base imponibile su cui viene calcolata l’Irpef aumenta: di conseguenza, sarà maggiore l’imposta sul reddito da versare.

La durata

La decisione di limitare lo sgravio solo ad alcuni dei mesi disponibili rende ancora più difficile prevedere cosa succederà nel 2024. Di certo a dicembre si dovrebbe tornare alla situazione attuale, ovvero all’esonero di 2-3 punti; probabilmente l’esecutivo ha voluto evitare che si creasse un unico pesante “scalino” a fine anno. In ogni caso da gennaio andrà rifinanziata quanto meno la misura già in vigore, che su base annuale vale un po’ meno di 5 miliardi; per fare di più serviranno ulteriori risorse.

L'assegno di inclusione

Per il nuovo strumento dell'assegno di inclusione il governo prevede l'autorizzazione di una spesa complessiva di oltre 5,4 miliardi di euro nel 2024 e oltre 5,6 miliardi di euro nel 2025 e 2026. È quanto emerge dall'ultima bozza del decreto lavoro che stasera verrà illustrato ai sindacati e domani approderà in consiglio dei ministri. Una bozza in cui ancora non compare la misura del taglio del cuneo e ancora in fase di lavorazione con le ultime limature. Per la prosecuzione del Reddito di cittadinanza si prevede quindi una spesa di 384 milioni quest'anno, mentre per lo Strumento di attivazione al lavoro, che entrerà in vigore il primo settembre, è prevista una spesa di 276 milioni nel 2023 e di 2,1 miliardi nel 2024, spesa che poi scende negli anni successivi.

Fringe benefit

Il tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico sale a 3mila euro. Ô quanto si legge nella bozza del decreto lavoro che il governo si appresta a presentare ai sindacati e a portare domani in consiglio dei ministri. «Limitatamente al periodo d'imposta 2023 - si afferma - non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell'energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3.000».

Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 09:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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