Bollette, il mercato tutelato mette al riparo 10 milioni di famiglie dalla giungla dei prezzi

Il completamento della liberalizzazione del mercato dell'energia con i tempi stretti dettati dalla Ue rischia di creare più problemi di quanti debba risolverne

Mercoledì 4 Ottobre 2023 di Rosario Dimito
Bollette, il mercato tutelato mette al riparo 10 milioni di famiglie dalla giungla dei prezzi

Il nome può trarre in inganno.

Si chiama “mercato libero”, ma circa 10 milioni di italiani rischiano di finirne imbrigliati dal prossimo anno.

A 23 anni dal decreto Bersani, il superamento della “maggior tutela” del prezzo delle bollette dell’energia (luce e gas) è un passaggio per il completamento della liberalizzazione del settore energetico più volte rinviato, e che proprio ora, con i tempi stretti dettati dall’Europa, rischia di creare più problemi di quanti ne dovrebbe risolvere. L’allarme arriva da più voci: le prime a farsi sentire sono state quelle dei sindacati e delle associazioni di consumatori, ma anche la politica, dalla Lega (con il responsabile Economia Alberto Bagnai e il sottosegretario al Mimit Massimo Bitonci) al Pd (con la responsabile Conversione ecologica, clima, green economy e Agenda 2030, Annalisa Corrado e il responsabile Economia Antonio Misiani), ha avviato un dibattito sull’opportunità di un rinvio, partendo dal dato di fatto che le famiglie non sono pronte a questa misura, soprattutto non in un periodo in cui il mercato energetico è particolarmente turbolento con il saliscendi dei prezzi del gas e, di conseguenza, dell’elettricità derivato dagli scenari internazionali. Nel question time al Senato dello scorso 21 settembre è stato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a spiegare che «sono in corso valutazioni da parte del governo sul meccanismo di traghettamento al di fuori del mercato tutelato dei clienti domestici, ed in particolar modo dei vulnerabili, tenendo conto dell’instabilità dei prezzi dell’energia in questa fase storica». Su questo aspetto, il governo deciderà presto, all’interno del Dl energia che potrebbe approdare sul tavolo del Cdm nelle prossime settimane, come ha spiegato Pichetto Fratin.

LE TAGLIOLE

Il fattore tempo è cruciale: per i clienti domestici “non vulnerabili” di gas naturale (famiglie e condomini) il superamento della tutela di prezzo è previsto per il primo gennaio 2024, per quelli di energia elettrica a partire da aprile 2024, secondo un meccanismo di aste di aggiudicazione che si svolgeranno a dicembre 2023. Da aprile 2024, quindi, chi non avrà scelto un fornitore del mercato libero si troverà cliente dell’azienda di vendita aggiudicataria dell’asta per quel lotto geografico specifico in cui ricade il cliente: quindi pagherò la bolletta non all’operatore da me scelto ma a quello che mi assegna il destino. Il servizio di maggior tutela offre condizioni economiche e contrattuali stabilite dall’Autorità di settore per i clienti finali di piccole dimensioni che non hanno ancora scelto un venditore nel mercato libero. Il suo superamento in tempi così stretti presenta diversi nodi da risolvere, primo fra tutti la confusione che potrebbe essere generata dal processo delle aste.

RISCHIO AGGRESSIONE

L’Arera ha disposto una serie di paletti a tutela dei consumatori, che riguardano sia l’accesso alle procedure competitive da parte dei venditori che l’applicazione di offerte nella fase iniziale, ma l’Italia vive l’anomalia di avere ben 658 operatori del settore, quasi il doppio della Spagna (397) e 10 volte quelli della Francia (63), differenza ancora più clamoroso se si guarda a Gran Bretagna (20) e Irlanda (15). Un numero enorme di aziende che nelle prossime settimane potrebbero mettere in campo azioni sempre più aggressive nel contendersi i clienti, tra teleselling (cioè tramite call center) e vendita porta a porta, e che non riesce a garantire livelli omogenei di qualità. Per curiosità l’espressione Teleselling fa riferimento a un insieme di attività che hanno come obiettivo finale la vendita telefonica dei prodotti o servizi aziendali a un target selezionato di potenziali clienti. Non a caso il termine più usato per descrivere il libero mercato italiano nel settore energia è “giungla”. E ancora più confusione si potrebbe creare quando i consumatori si troveranno a ricevere informative e bollette da un operatore che di fatto non hanno mai scelto. La spada di Damocle della fine del mercato tutelato pende anche sui lavoratori del settore, con spostamenti dei contratti dei clienti da un operatore all’altro e le conseguenti variazioni dei volumi di lavoro e la prospettiva di chiusura di call center oggi dedicati a questo servizio, prevalentemente in sud Italia, con le intuibili conseguenze in termini occupazionali e sociali. Ma c’è un ulteriore elemento che merita attenzione: la reale convenienza del libero mercato per il cliente finale.

I VANTAGGI

Secondo i dati della Arera, che ogni sei mesi pubblica un monitoraggio sull’evoluzione dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas, a giugno scorso le offerte di elettricità sul libero mercato erano circa 2000, ma tra queste solo 200 risultavano più convenienti rispetto alle tariffe della maggior tutela. Discorso analogo per il gas, settore in cui tra oltre 2000 offerte solo due risultavano più vantaggiose della tariffa stabilita dall’Autorità. Il libero mercato conviene solo a quando gli utenti sono nella condizione di sapersi muovere tra le offerte, mentre la maggior parte degli italiani non ha grande consapevolezza dei propri consumi energetici. Altrimenti il rischio è di trovarsi a pagare ben più che con tariffe regolate. A dirlo sono ancora una volta i numeri di Arera: secondo il dato più recente, rilevato ad agosto 2023, la spesa massima con offerte del libero mercato a prezzo variabile raggiungeva i 1853 euro su base annua, per quelle a prezzo fisso addirittura 3554, contro un prezzo della maggior tutela di 892 euro, sempre calcolato nell’arco di dodici mesi. Si tratta chiaramente delle offerte meno convenienti e proprio in questi giorni i prezzi del mercato tutelato stanno risalendo.

LA PROROGA

Queste considerazioni generali in ogni caso non cambiano, anche tenendo in considerazione gli aumenti di prezzo dell’energia registrati dell’Autorità negli ultimi giorni, poiché il dato mette comunque in evidenzia il rischio che corre l’utente non adeguatamente informato quando non riesce a orientarsi sulla scelta più adatta alle sue abitudini di consumo. E ci sono centinaia di operatori con migliaia di offerte a contendersi questa fetta di mercato. La soluzione su cui convergono oggi sindacati, associazioni dei consumatori e il mondo politico in modo bipartisan, è il rinvio: non un semplice prendere tempo, ma prolungare l’esistenza della maggior tutela per favorire quel processo spontaneo che, va detto, è già in corso e che porta i clienti a fare le proprie scelte, con una migrazione verso il libero mercato che registra un costante aumento nel tempo e che potrebbe portare a superare l’attuale regime senza troppi scossoni e traumi eccessivi.

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Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 13:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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