Imprese, Osservatorio Intesa Sanpaolo: aumentano i contratti di rete, 389 nel secondo semestre 2013

Domenica 16 Marzo 2014
Imprese, Osservatorio Intesa Sanpaolo: aumentano i contratti di rete, 389 nel secondo semestre 2013
Crescono i contratti di rete, uno strumento introdotto nel 2009 nell'ordinamento giuridico italiano che consente alle piccole imprese di collaborare per accrescere dimensioni, capacit innovativa e competitività sul mercato senza costringerle a rinunciare alla propria autonomia.



Il quarto Osservatorio Intesa Sanpaolo – Mediocredito Italiano sulle Reti d’impresa descrive il secondo semestre 2013 come quello della svolta, con un record di 389 nuovi contratti per un totale di 1.555 imprese coinvolte. La spinta arriva da Lombardia, Abruzzo, Emilia Romagna e Lazio, regioni particolarmente attive negli ultimi sei mesi dello scorso anno. Le reti registrate in Camera di Commercio a fine dicembre salgono così a 1.353 per 6.435 imprese aderenti. Nonostante la crisi in atto, le aziende in rete - sottolinea l'Osservatorio Intesa Sanpaolo - hanno mostrato una maggiore capacità di tenuta in termini di margine operativo lordo, un migliore posizionamento strategico e, in particolare nel settore manifatturiero, una superiore capacità competitiva.



Il Lazio si colloca dunque al sesto posto in Italia per numero di imprese coinvolte in contratti di rete. A fine dicembre 2013 nella regione 408 aziende risultavano coinvolte in 153 reti di impresa, sempre secondo i dati dell'Osservatorio Intesa Sanpaolo-Mediocredito.



Una forte accelerazione si è registrata nel quarto trimestre dello scorso anno con 110 imprese laziali che hanno aderito a nuovi contratti di rete. In Italia solo l'Emilia Romagna ha fatto meglio con 136 imprese. Si tratta, dice l'Osservatorio, «di un risultato eccezionale che ha ricevuto una spinta dalle misure regionali introdotte a favore delle reti di impresa».



Lo sviluppo del fenomeno reti, pertanto, «appare influenzato in maniera importante da uno sforzo istituzionale diretto a far conoscere e a promuovere lo strumento, anche legandolo a interventi mirati di politica industriale diretti sia a sostenere l'aggregazione in settori industriali ritenuti strategici per il Made in Italy, sia a promuovere strategie di innovazione, internazionalizzazione e integrazione delle filiere messe in atto tramite i contratti di rete».



A livello provinciale spicca Roma, che con 303 imprese coinvolte si colloca al terzo posto in Italia, si legge ancora nel Report di Intesa Sanpaolo, alle spalle di Milano (510) e Brescia (322) e prima di Chieti (224), Modena (218), Firenze (216), Bologna (204) e Verona (186). Il 62,7% delle reti in cui sono coinvolte imprese laziali è transregionale. In questi casi è alta la presenza di imprese dell'Emilia Romagna, della Lombardia, dell'Abruzzo e della

Campania.



La fotografia della composizione settoriale delle imprese in rete evidenzia un peso molto elevato delle imprese dei servizi: il 64% delle imprese coinvolte appartengono al settore dei servizi. All'interno dei servizi primeggiano le imprese specializzate in servizi professionali alle imprese, che sono complessivamente pari a 85, il 21% del totale. Seguono l'Ict con 56 imprese (il 13,8% del totale) e la sanità e assistenza (41; 10,1%). Distanti gli altri comparti del settore: il commercio all'ingrosso si ferma, infatti, a quota 17 imprese, mentre il turismo conta 14 imprese coinvolte. Nel terziario, pertanto,con l'eccezione del turismo, sono prevalenti le attività che offrono servizi ad altre imprese.Le costruzioni e dell'immobiliare si collocano al secondo posto con 64 imprese coinvolte (il 15,8% del totale).



L'industria in senso stretto vede coinvolte in rete 63 imprese: la filiera metalmeccanica (18), il sistema moda (8), l'industria agro-alimentare (19). Pertanto, la presenza in Italia di un ambiente normativo e istituzionale sempre più favorevole allo sviluppo dei contratti di rete non può che essere vista positivamente. Le iniziative e gli strumenti di politica industriale che sono stati promossi in questi ultimi anni appaiono fondamentali per continuare a sensibilizzare le imprese e consentire il superamento dei limiti dimensionali che caratterizzano il nostro tessuto produttivo.

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