Banche, a Bruxelles braccio di ferro sugli aiuti di Stato Apertura dalla Bce

Venerdì 8 Luglio 2016 di Luca Cifoni
Banche, a Bruxelles braccio di ferro sugli aiuti di Stato Apertura dalla Bce

ROMA «Non si possono eludere la direttiva sulle banche e le regole sul bail-in». All’apparenza questa affermazione potrebbe non suonare molto diversa da quelle pronunciate a Bruxelles nei giorni scorsi sulla possibilità di trovare per le banche italiane una soluzione all’interno della normativa vigente. Ma essendo espresse in forma negativa, e soprattutto provenendo da uno che ha la nomea del falco, il ministro dell’Economia olandese e presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, queste parole sono bastate a seminare il panico sul mercato azionario, dove pure ieri mattina per il Mps parevano esserci prospettive di recupero. Così a fine giornata nonostante il divieto di vendite allo scoperto imposto dalla Consob il titolo ha lasciato sul terreno un altro 5,8 per cento, annullando i recentissimi guadagni e tornando ai minimi storici a quota 0,265 centesimi, con una capitalizzazione di 777 milioni.

Con una ricostruzione storica che - paradossalmente - riecheggia in qualche modo quella del premier Renzi («Altri paesi hanno ristrutturato i propri istituti di credito prima delle nuove regole e l’Italia non lo ha fatto») il ministro olandese sembra voler escludere la possibilità di un intervento diretto dello Stato, quell’intervento che sul piano giuridico potrebbe seguire ad un esito negativo, per l’istituto senese, degli stress test. Proprio Renzi avrà modo di affrontare il tema con Angela Merkel oggi a Varsavia, nel corso del vertice Nato.

 

Nei palazzi europei, di fronte al discreto pressing italiano, si fronteggiano linee diverse e trovare un compromesso non sarà facile. Da una parte c’è chi vuole soprattutto riaffermare solennemente la validità di un apparato regolatorio entrato in vigore da poco e concepito per tenere il contribuente al riparo dai guai delle banche. Dall’altra chi si rende conto di quale sarebbero le conseguenze di una crisi definitiva e senza paracadute per il Monte dei Paschi e cerca quindi di adattare le regole a questa esigenza. Tecnicamente, l’organismo che si deve pronunciare è la commissione. L’altro ieri erano apparsi concilianti i toni del vicepresidente Valdis Dombrovskis, che ha la responsabilità sugli Affari economici e finanziari, mentre sull’altro delicato fronte negoziale, quello degli aiuti di Stato, vigila la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager. Lo stato dell’arte ieri lo ha ricapitolato l’Economist: il settimanale britannico si è espresso a favore di un’iniezione di denaro pubblico. Anche il vicepresidente della Bce Vitor Constancio ha chiesto «una profonda riflessione sull’opportunità di superare alcune imperfezioni del mercato con un po’ di sostegno pubblico per migliorare la stabilità di alcuni settori bancari».

LA REPLICA
Una risposta tagliente al presidente dell’Eurogruppo è arrivata da Roberto Gualtieri. «Se confermate, le parole espresse dal ministro dell’economia olandese appaiono inopportune e irresponsabili» commenta con il Messaggero il presidente della Commissione problemi economici e monetari del Parlamento europeo. «Peraltro ciò è particolarmente sorprendente visto che, il giorno precedente, lo stesso Dijsselbloem, nella risposta scritta alle interrogazioni, si era espresso con precisione sui margini di flessibilltà indicati dalla direttiva Brrd sia riguardo a interventi a supporto della liquidità sia a misure di ricapitalizzazioni preventive.

Inoltre la valutazione degli interventi e delle loro modalità non spetta all’Eurogruppo, che non ha alcun competenza in materia, ma alla Commissione europea. E quindi - conclude il professor Gualtieri - sarebbe bene che il ministro dell’economia olandese, seguendo l’esempio dei suoi omologhi, sia più cauto nelle sue discutibili esternazioni a braccio evitando di alimentare inutili tensioni sui mercati».

Ultimo aggiornamento: 11:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA