Scatta il coprifuoco: bar e ristoranti aperti solo dalle 6 alle 18 e con distanza di un metro fra i clienti

Domenica 8 Marzo 2020 di Gigi Bignotti
Scatta il coprifuoco: bar e ristoranti aperti solo dalle 6 alle 18 e con distanza di un metro fra i clienti
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E' vero e proprio coprifuoco: il comma "N" del decreto del governo per arginare il Coronavirus dispone infatti "l'apertura delle attività di ristorazione e dei bar dalle 6 alle 18, con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell'attività in caso di violazione". E' scomparso invece dall'ultima versione del decreto il divieto per il bar di effettuare servizio al banco che torna quindi praticabile sempre mantenendo il metro di distanza.

IL TESTO COMPLETO DEL DECRETO

Molte altre le misure restrittive. ECCO QUALI:

Spostamenti limitati e più telelavoro 
Per chi abita nelle aree "chiuse" non si vieta il lavoro, ma si consiglia caldamente di effettuare lo smart working cioè di lavorare da casa tutte le volte che è possibile. L’obiettivo è quello di ridurre almassimo possibile la circolazione del virus che sta mettendo in difficoltà il sistema ospedaliero lombardo. E dunque la parola d’ordine è spostarsi solo se necessario. Si fa divieto di permanere nei pronto soccorso e vengono limitate anche le visite ai parenti ricoverati negli hospice. Le attività sportive vengono limitate a quelle durante le quali è possibile stare a distanza. Divieto assoluto di uscire dalla propria abitazione (si viene puniti con le norme del codice penale) per chi è sottoposto alle misure di quarantena.

Centri commerciali chiusi nel fine settimana. Ingressi filtrati nei feriali
I supermercati e i centri commerciali nella zona di sicurezza dovrebbero rerstare chiusi il sabato e la domenica. Così anche gli «esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati». I direttori di queste strutture dovranno garantire una distanza di almeno un metro fra i clienti altrimenti dovranno chiudere e saranno ritenuti responsabile delmancato rispetto della norma. la chiusura non vale per le farmacie , le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari. Anche in queste strutture va però fatta rispettare con scrupolo la regola della distanza di un metro altrimenti il prefetto può disporre la chiusura della struttura. 

Piscine e discoteche sono off limits, più poteri al prefetto 
Per la zona di sicurezza “Lombardia e 14 province” viene prevista la chiusura degli impianti sciistici, delle palestre e delle piscine. Lo sport può essere praticato solo all’aperto e mantenendo la distanza di un metro. Il “taglio” dei due decreti è molto collaborativo in ogni punto ma il governo non rinuncia alla possibilità di usare la mano forte nelle situazioni che si renderanno necessarie. L’articolo 2 del Dcpm (Decreto della Presidenza del Consiglio) fa un richiamo esplicito al ruolo del prefetto come “vigilante” delle misure prese. Chi non rispetta le norme sarà colpito da una multa di 206 euro e soprattutto da una condanna fino a tre mesi di carcere. 

Carceri, meno permessi quando è possibile usare la libertà vigilata
In un secondo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono previsti una serie di aggiustamenti alle misure prese con il Dcpm del 4 marzo, quello che ha chiuso le scuole in tutt’Italia fino al 15 marzo. Spiccano le norme relative alle carceri. Per evitare di diffondere il contagio nelle prigioni il governo raccomanda la possibilità di sfruttare almassimo la detenzione domiciliare e chiede di limitare la concessione della libertà vigilata che consente ai detenuti di entrare e uscire dal carcere. Si sottolinea inoltre che tutti coloro che hanno sostato in Lombardia e nelle 11 province coinvolte dal Dcpm sulla “zona di sicurezza” devono comunicarlo alla Asl di residenza.

Niente concorsi avanti solo per i sanitari
Sul fronte del lavoro accelerare sullo smart working per consentire a quanti più lavoratori possibili di restare a casa. Per chi invece svolge lavori fisici il lavoro è consentito a patto che le imprese distanzino i loro collaboratori e adottino tutte le misure possibili che evitino la diffusione del virus. Si chiede ai datori di lavoro e ai lavoratori, se possibile, di anticipare periodi di ferie o di smaltire quelle pregresse. In quest’area tutti i concorsi sono rinviati ad eccezione di quelli del personale sanitario o di quelli che prevedono la valutazione del candidato solo sulla base di curricula. Totalmente ferma l’attività didattica anche delle Università. Questo significa che studenti e professori resteranno a casa mentre bidelli e segretari terranno aperte le scuole. 

Medici mobilitati. Stop ai funerali e alle processioni
Mbedici e infermieri devono tornare tutti al lavoro senza eccezioni: ferie e permessi vengono revocati a quanti vengono ritenuti necessari per la gestione delle unità di crisi costituite a livello regionale. L’eccezionalità del momento è sottolineata dal punto g) della bozza di decreto che stabilisce la sospensione dei funerali e delle processioni. Le chiese potranno rimanere aperte ma solo se contingentano gli ingressi. Ogni parroco dovrà prendere provvedimenti precisi sul piano delle misure organizzative e comunicarli ai fedeli. Stop a tutti gli “eventi ludici”, chiuse discoteche, scuole da ballo, sale bingo, sale scommesse. Vietati i grandi eventi pubblici.  

Quali le comprovate esigenze
Chi viene fermato dovrà dimostrare di avere le necessità di effettuare lo spostamento e dunque un certificato medico se si tratta di esigenze sanitarie oppure una lettera del datore di lavoro o un documento comprovante l’esigenza lavorativa.

Controlli
Il decreto affida «al prefetto l’esecuzione delle misure». I controlli devono essere effettuati dalle forze dell’ordine. Vuol dire che ci saranno posti di blocco ai caselli autostradali e controlli all’interno degli aeroporti e delle stazioni.
 

Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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