Coronavirus, decreto. Lombardia "chiusa" insieme ad altre 14 province. Ridotta mobilità e stop a qualsiasi forma di aggregazione

Domenica 8 Marzo 2020 di Marco Esposito
Giuseppe Conte
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Coravirus, firmato decreto. Lombardia chiusa insieme ad altre 14 province. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa praticamente conferma tutti provvedimenti anticipati dai giornali nelle ore precedenti. La Lombardia e 14 province nel nord Italia vengono "chiuse". Ci si potrà muovere solo per motivi indifferibili. «Abbiamo creato due aree, una che riguarda la Lombardia e varie province: lì ci sarà un vincolo a limitare gli spostamenti nel territorio» spiega il premier. Quindi, come anticipato dalla bozza del decreto dalla Lombardia si potrà entrare o uscire solo per "gravi e indifferibili motivi", così come nelle altre province individuate. Le province diventate "zona rossa" sono le seguenti: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria, Verbano Cusio Ossola, Novara, Vercelli. 

IL DECRETO - LEGGI IL TESTO


È quasi l'una di notte quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte entra nella sala stampa di Palazzo Chigi per parlare con i giornalisti. Lo fa alla fine di una giornata drammatica, sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista comunicativo. Per tutta la sera dal governo sono trapelate alcune bozze diverse del decreto atteso dai cittadini. Decreti con misure severissime, decisione draconiane per impedire la diffusione del virus. Norme che parlavano di una chiusura della Lombardia, Milano compresa, altre province del nord italia.
 



Notizie trapelata sulla stampa che hanno dato il via ad una vera e propria fuga dal nord, prima che scattasse la zona rossa e l'impedimento di lasciare la Lombardia. Sui social si sono alternate immagini di treni verso il sud stracolmi e di un'invasione delle stazioni dei treni milanesi. Anche se l'Ansa ha poi smentito che le stazioni milanesi siano state prese d'assalto.

Conte inizia addirittura spiegando l'iter normativo di un decreto. Insiste nello spiegare che la versione del decreto pubblicata dai giornali non era definitva. «Tra poche ore - precisa - sarà pubblicato la versione definitiva in Gazzatta ufficiale». Conte accusa i giornalisti per avere diffuso una bozza del decreto non definitiva, ma non spiega chi del suo esecutivo abbia passato la bozza incriminata alla stampa.

«Abbiamo creato due zone, la prima riguarda la Lombardia e alcune province. A questa parte del territorio applichiamo delle restrizioni importanti». «Le forze di polizia - ha spiegato il premier - saranno legittimate a chiedere conto» ai cittadini che si muovono sui territori interessati dalle nuove norme per il contenimento del Coronavirus: «C'è un divieto non assoluto di muoversi ma la necessità di motivarlo sulla base di specifiche indicazioni. C'è una ridotta mobilità. Non si ferma tutto ma biosgna entrare nella logica che ci sono delle regole da rispettare. Lo dico a tutti: i nostri figli devono capire che non è occasione di contatto, ma leggere e seguire didattica a distanza».

Conte poi elenca le restrizioni per chi vive in quelle zone: divieto di allontanamento dal territorio, divieto di uscire di casa con una temperatura oltre 37,5. E un'altra serie di misure che riguarda le attività commerciali: sospese le competizioni sportive (ma non si può giocare a porte chiuse), gli eventi, manifestazioni a carattere ludico religioso o fieristico. Sospesi anche tutti i venti nei cinema nei teatri, nelle discoteche. "Non ci possiamo permettere attvità di aggregazioni in queste zone". 

Temperatura oltre 37,5 - «D'ora in poi chi avrà febbre da più di 37,5 gradi centigradi e infezioni respiratorie è fortemente raccomandato di restar presso proprio domicilio, a prescindere che siano positivi o no. Contattino il medico curante», spiega Conte. 

Sovraccarico strutture ospedaliere - «Dobbiamo limitare il contagio del virus e evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere», ha detto Conte, aggiungendo che «le misure provocheranno disagio ma che questo è il momento dell'auto-responsabilità, non del fare i furbi. Tutelare soprattutto la salute dei nostri nonni». Infine, il Premier ha aggiunto che è stato sottoscritto un contratto per dare il via a una linea produttiva tutta italiana per apparecchiature di terapia intensiva e sub intensiva: avremo 500 nuove apparecchiature al mese e ci stiamo predisponendo per incrementarle. Stiamo incrementando anche le linee produttive della filiera Italia»

"Ce la faremo - conclude Conte - supereremo questa emergenza.
Ci assumiamo la responsabilità politica di queste decisioni". 

Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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