Numericamente le donne in Marocco sono più dei maschi - 18.406.000 contro 18.263.000 –, rispetto al passato si sposano meno (il 34,8 % abita da sola) e in media vivono più a lungo (78,6 anni rispetto ai 72,1 del 2001).
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La speranza ha a che fare con quel 24% di donne nell'emiciclo del governo, il doppio rispetto al 2011. In Parlamento, dalle 67 poltrone del 2011 sono arrivate alle 96 del 2021. Ma a parità di formazione e titoli solo il 33,3% delle donne tra i 25 e i 59 anni, in Marocco, ha un lavoro. Per gli uomini la percentuale è, invece, del 92,2%. Le cifre sono relative al 2022 e se si guarda al tasso di occupazione è pari al 13,7% nelle aree urbane e al 21,9% in quelle rurali, per le donne sopra i 15 anni.
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Nel mondo al femminile la disoccupazione tocca il 32,7% rispetto al 19,8% degli uomini. Resta una sacca del 37,3% di donne che hanno tra i 15 e i 24 anni e che non hanno istruzione di alcun tipo, né lavoro, né formazione. La quota di uomini nelle stesse condizioni è del 13,5%. Sono solo il 30,8% le donne che hanno almeno un titolo di studio secondario (contro il 45,5% degli uomini). Per quanto riguarda il tasso di scolarizzazione per età (15-17 anni), il divario tra zone rurali e urbane è evidente. Eppure tra gli scranni di giudici e avvocati le toghe al femminile sono passate dal 22,3% del 2012 al 25,5% dell'anno scorso.
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La violenza economica e sessuale contro le donne è tuttavia in aumento: sono aumentate rispettivamente dall'8 al 15%, e dal 9 al 14% tra il 2009 e il 2019. La violenza resta principalmente all'interno dello spazio familiare seguita dall'ambiente educativo con un tasso del 18,9% e dall'ambiente professionale (15,4%). Negli spazi pubblici la prevalenza è del 12,6%.