Un Festival senza pace: voto elettronico
in tilt e il "bombardamento" di Celentano

Mercoledì 15 Febbraio 2012 di dal nostro inviato Giò Alajmo
Gianni Morandi con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu (Ansa)
SANREMO - Il Festival di Sanremo non ha pace. Ieri sera la 62. edizione ha preso il via con l’escursione dei 14 big che hanno presentato per la prima volta le loro canzoni in gara ma niente eliminazione perch il sistema di votazione elettronico si inceppa al secondo cantante. Torneranno tutti e 14 oggi. E in una edizione dove tutti cercano di sfuggire alla siberiana (Bersani) o all’emozione (Noemi, finita in ospedale alla vigilia) l’ultima tegola era arrivata sulla testa di Ivana Mrazova, la diciannovenne modella ceca scelta per affiancare Morandi alla conduzione del festival colpita da una cervicalgia acuta e costretta al forfait, lasciando Morandi e Papaleo da soli in attesa di Belen e Canalis chiamate in soccorso all’Ariston, dov’erano previste come ospiti solo stasera.



Sfortuna nella sfortuna, il sistema di voto che si blocca al secondo cantante, e l’arrivo (domani) dei nuotatori azzurri Filippo Mangini e Federica Pellegrini a sponsorizzare la candidatura italiana alle Olimpiadi 2020 vanificato dalla notizia che la candidatura non sarà presentata. Mangini resterà ad allenarsi, Fede ci sarà.



Luca e Paolo, offrono un passaggio di testimone prima dell’inizio vero e proprio con il balletto spaziale della nazionale di ginnastica artistica. Si inventano una conversione di "Uomini soli" dei Pooh in lamento comico per l’assenza di Berlusconi e dei soliti politici e dei loro scandali da tormentare, e poi con un lungo ironizzare su tasse canone e regole, per poi chiudere con un versione goliardica di "Va’ pensiero" e una botta a Celentano.



E poi naturalmente Adriano. Il Molleggiato ha rioccupato militarmente il teatro ieri pomeriggio provando il suo show nello show fino a un paio d’ore oltre il limite costringendo i giovani a rinunciare alla prevista prova pomeridiana. Quasi una metafora della vita contemporanea, dove gli anziani non vanno in pensione e alla fine occupano spazi destinati alle nuove generazioni che devono soccombere. Adriano ha finalmente svelato le sue carte. E non fu un incontro ma un bombardamento, come cantavano gli Squallor del povero Bigazzi scomparso a gennaio (stamattina sarà presentato il premio a suo nome). Scene di guerra all’improvviso, palazzi che crollano. bombe, gente che scappa, Celentano che sorge nel buio da un mucchio di corpi. Parla dei preti che fanno prediche con impianti inadeguati. E dei loro argomenti, «non parlano mai del motivo per cui siamo nati» e del traguardo che segna l’inizio di una nuova vita. «Non parlano mai del paradiso. Perché? Non siamo nati per morire. Per vivere. se no che vita è questa? Lo spread, l’economia, le guerre?».



Se la prende con «giornali inutili», legati alla Chiesa, come Avvenire e Famiglia Cristiana, che si occupano di politica anziché di Dio. Non parlano ai malati. Li chiama «testate ipocrite» che criticano Don Gallo che «ha dedicato la vita ad aiutare gi ultimi». Parla degli operai che dall’8 dicembre sono su una torre a Milano, per protestare contro i licenziamenti E invita a Montezemolo a fare un treno lento che mostri le bellezze d’Italia. Parla di Gesù, della pena di morte, di Merkel e Sarkozy che offrono armi ai greci in cambio degli aiuti in un’Europa cinica e armata fino ai denti, e insulta il critico Aldo Grasso che non è stato tenero. È un lungo lento e confuso monologo spesso banalizzante o gratuito, da guru un po’ decotto, che si dilunga esageratamente con qualche intermezzo musicale, un po’ di rock’n’roll ("Senza di te", "Prisencolinensinainciusol", "Il forestiero" tratta dai vangeli, con Aldo Tagliapietra ex Orme al sitar, "Facciamo finta che sia vero"), con Papaleo valletto d’onore e Morandi di supporto. Difende il referendum contro la legge elettorale di Di Pietro cancellato dalla consulta. E s’inventa una gag, parlando ancora di Santoro e della Rai, e dell’altezza morale e di Pupo che lo critica secondo copione.



Il lungo intermezzo taglia in due la serata e divide le canzoni dei big in due gruppi, con Dolcenera, Bersani, Noemi, Renga, Civello, Fornaciari nella prima, Marlene Kuntz, Emma, Finardi, D’Alessio-Berté, Zilli, Carone (con Dalla), Arisa e Matia Bazar a tentare di riportare a fatica il festival sui binari della normalità.



La festa appena cominciata stasera replicherà. Celentano ci sarà?
Ultimo aggiornamento: 21:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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