Star Wars, la forza è indebolita
Persa la filosofia resta Dallas stellare

Mercoledì 16 Dicembre 2015 di Adriano De Grandis
Star Wars, la forza è indebolita Persa la filosofia resta Dallas stellare
Tanto rumore per un’attesa mai così spasmodica nella storia del cinema, a prima vista, sembra lasciare soltanto quel rumore. Non una delusione cocente, ma nemmeno qualcosa che giustifichi l’euforia smodata e l’entusiasmo contagioso che hanno caratterizzato il count-down centellinato giorno dopo giorno, durato almeno un anno, e scandito attraverso troppi segnali, anche trasversali, non ultimo l’invasione nella pubblicità. In realtà, com’è noto da tempo, il film è il contenuto, e nemmeno il più importante, di tutto un apparato di merchandising, che ha portato, oltre a una serie di prodotti e di gadget, anche alla proliferazione di prodotti consequenziali, quali serie tv, libri, fumetti, videogame e quant’altro. E che porteranno la saga cinematografica, oltre agli episodi 8 e 9, attesi nei prossimi anni dispari, anche a diramazioni spin-off, a cominciare da “Rouge one”, pronto per l’anno in arrivo.

Detto questo “Il risveglio della forza”, episodio VII, si svolge trent’anni dopo “Il ritorno dello Jedi” e parte avvisando (con la consueta carrellata riassuntiva) che Luke Skywalker è scomparso e tutti lo stanno cercando, mentre la sorella Leia è diventata generale, anche se sembra una “sciùra” appena uscita dal parrucchiere. L’impressione è che l’episodio VII sia una specie di 4 bis (“Una nuova speranza”), un reboot per far ripartire la saga da un punto preciso, dove l’urgenza sembra quella di seppellire il passato e guardare al futuro, non solo in stretto senso narrativo (la morte di uno dei personaggi principali). Non a caso il climax del film ripropone la tematica dei rapporti generazionali (padre/figlio), cardine anche della trilogia precedente, che diventa il passaggio simbolico delle “nuova avventura”: i nuovi personaggi Kylo Ren, Finn (un soldato disertore), Rey (una misteriosa ragazza che vive su Jakku e sembra possedere la Forza) e Poe Dameron (un pilota di astronave) sono pronti a prendere il posto definitivo.

Diretto e scritto (con la collaborazione di Lawrence Kasdan e Michael Arndt) da J.J. Abrams, che fa emergere più volte il “fanciullino” che è in lui catalizzandolo soprattutto nelle scene d’azione, “Il risveglio della forza” ha un taglio adeguatamente vintage e un uso non spregiudicato del digitale (e anche del 3D), ma almeno in questo primo episodio della nuova trilogia sembra disperdersi il grande tema filosofico degli episodi storici, cioè la lotta del Bene e del Male: i jedi sono praticamente spariti (e l’ultimo, Luke, è in una specie di esilio protettivo), non ci sono più figure carismatiche potenti (Kylo Ren, che è il nuovo villain, ad esempio è piuttosto debole e quando toglie la maschera, Adam Driver sembra piuttosto inadeguato) , che potrebbe tuttavia anche significare l’incapacità delle nuove generazioni di reggere a ruoli così decisivi.

Tutto sembra dunque riciclarsi, cambiando adeguatamente qualche nome (il Primo Ordine dall’apparato nazi su tutti, la Resistenza), ma dilapidando un patrimonio emotivo enorme, dove anche la battaglie diventano soltanto teatro ripetitivo di bombardamenti e fughe. A questo si aggiunga la perdita di tematiche universali, cedendo alla tentazione di ridurre tutto a una specie di “Dallas stellare”, imprigionando il racconto (e purtroppo sembra la tendenza anche futura) in una saga familiare, ormai intasata di nonni, padri, figli, sorelle, fratelli e probabilmente cugine.

Rimangono qualche briciola di ironia (specie quando entrano in campo Han Solo e Chewbecca, o i droidi, anche se il nuovo arrivato sembra troppo Wall.E, ma d’altronde oggi questo è un mondo Disney e non più Lucas), lo svelamento della vera identità di Kylo Ren, l’apparizione della maschera di Darth Vader, il duello sul ponte, l’arrivo nel ritiro di Luke, più neri e più donne ai comandi, il cameo iniziale di Max Von Sydow e soprattutto, ancora una volta, l’importanza di un musicista come John Williams, forse l’unico vero Autore rimasto fedele a stesso e alla storia, con una partitura, tra echi conosciuti e lampi nuovi, di assoluto valore. Ma la mitologia è scomparsa e la nostalgia irrompe.
Ultimo aggiornamento: 22:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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