Prima Mameli, poi Beethoven. Domani alle 18 (portoni aperti dalle 16.30: un’ora dopo non entrerà più nessuno, eccetto le massime autorità) la nuova stagione operistica del Teatro alla Scala si inaugura con Fratelli d’Italia e a seguire l’Inno alla gioia, che da 50 anni esatti è stato scelto come inno europeo. Subito dopo si apre il Boris Godunov diretto dal maestro Riccardo Chailly.
Prima alla Scala, tutto quello che c'è da sapere
Alla Scala i quasi 2.000 spettatori che hanno pagato dai 100 del loggione ai 2.500 euro della platea assisteranno quindi al Boris Godunov come fu concepito. Da una parte lo sfoggio di ori e gemme nell’incoronazione dello zar, con la sfarzosa ricostruzione del gran portale del Cremlino. Dall’altra – nella seconda parte, che durerà 75 minuti, cinque in più della prima: in mezzo un intervallo di 40 minuti – cadaveri di innocenti portati in scena con vesti zuppe di sangue, e le ossessioni di Boris. Con un finale imprevisto: anziché la consueta morte per ictus, sarà un coltello a porre fine al regno dell’usurpatore.
Il cast
Nei panni di Godunov, il basso russo 46enne Ildar Abdrazakov, al suo sesto 7 dicembre. Artista di forte carisma, di voce ma anche di presenza e interpretazione scenica (non a caso lui stesso spiega che qui prima vengono le parole e poi la musica), Abdrazakov invita anche ad avere nei confronti dello zar Godunov un minimo di comprensione. In fin dei conti, non è lui il solo a utilizzare il potere nel più cruento dei modi, e il falso Dimitri che gli si oppone fingendosi il vero erede non è poi migliore.
Su tutto, o meglio dietro tutto, la scenografia di Es Devlin srotola una lunghissima pergamena con la storia dei “torbidi” (così si chiama il periodo in questione, prima dell’avvento dei Romanov, fra il 1598 e il 1605), la carta geografica del Paese, le effigi di pope e zar. Il pubblico under 30 che domenica ha visto Boris Godunov in anteprima ne è uscito molto soddisfatto. L’arte, dicono questi ragazzi, non ha confini. E rappresentare oggi un lavoro che mostra l’inesorabile caduta di un tiranno è “opera” encomiabile. Nonostante le polemiche che invano il console ucraino ha provato a sollevare. E che in questa sala del Piermarini non hanno avuto eco alcuna. A domani la “sentenza” degli adulti. Che comunque festeggeranno a sipario chiuso con una cena di gala alla Società del Giardino e un dopo cena allegramente alcolico.
Dove seguire la cerimonia
Chi non entrerà alla Scala potrà seguire l'opera su Rai1 dalle 17.45, con la regia di Arnalda Canali e la conduzione di Milly Carlucci e Bruno Vespa. In diretta anche su Radio3, e su Raiplay resterà per quindici giorni.