L’Esorcista del Duemila è un prete di campagna

Giovedì 8 Settembre 2016 di Giuseppe Ghigi
L’Esorcista del Duemila è un prete di campagna
4
Tutta colpa di Satana, del Maligno, di Belzebù, oppure il malessere che colpisce tante persone ha a che fare con una condizione di disagio della mente? Se lo chiede “Liberami” il docufilm di Federica Di Giacomo che segue le messe palermitane di padre Carmine Cataldo l’esorcista più ricercato in Sicilia (ce ne sono ben venti nell’isola). Decine di persone ogni martedì gli chiedono di liberarli dal Male, ma anche consigli su come farsi pagare un credito, andare meglio a scuola, vivere una vita normale. La linea di confine tra seduta psicoterapeutica e pratica religiosa, tra effetto placebo e liberazione dal possesso demoniaco, tra demòni come spirito negativo e dèmoni come stato interiore, è labile e forse indagabile.

«L’esorcista – racconta la regista – è una nuova figura di guaritore sociale che si trova ad affrontare la sofferenza delle persone senza sapere se di fronte ha un disagio spirituale o un disturbo di personalità multiplo e dissociativo. È un guaritore e spesso è l’ultima risorsa dopo maghi, psichiatri e ciarlatani».
Il film, realizzato in ben tre anni di riprese, segue più da vicino alcuni esorcizzati e li mostra, con un montaggio alternato, sia nei momenti di ritualità, quando esplode la loro ossessione di possesso satanico, che di normalità, nella loro vita quotidiana, rivelando che queste persone possono vivere il processo di liberazione e possessione come una normale pratica di vita da cui si può entrare ed uscire di continuo.
«I cosiddetti posseduti non sono fanatici ipercattolici – sostiene la regista – ma sono persone comuni che si avvicinano alla Chiesa in un momento particolarmente difficile della loro vita».
Padre Cataldo non ha nulla dell’esorcista dei film horror e niente di speciale che lo caratterizzi: sembra un parroco di campagna, dalla schiettezza quasi disarmante, che distribuisce banali consigli pratici e nessuna formula esoterica. Invita il demone ad andarsene come un buon padre di famiglia: «Lascia questa anima. Non l'hai torturata abbastanza. Lasciala». Con qualche momento persino di esilarante assurdità quando, ad esempio, esorcizza un “indemoniato” parlando con lui al cellulare in un connubio straniante di antichità medievale e tecnologia moderna. 
«Ritengo che la pratica dell’esorcismo sia in qualche modo la metafora della società moderna in cui la ricerca di senso diventa ossessiva e si vuole una cura rapida, efficace e risolutiva. È una forma di assistenza sociale che risponde a disagi assolutamente contemporanei. Il problema è trovare un esorcista libero, visto che la domanda supera l'offerta» spiega ancora la Di Giacomo. «Sempre più persone affermano di essere possedute dal demonio. Un malessere sommerso, trasversale a bambini e vecchi, donne e uomini, semplici e colti».
Ultimo aggiornamento: 12:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci