Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

 Omicidio stradale, serve davvero un nuovo reato?

Giovedì 2 Gennaio 2014
 Avremo un nuovo reato: l’omicidio stradale. Promessa di ministro della Giustizia. Di fronte ad un problema reale - le continue stragi sulle strade dovute a velocità eccessiva, incoscenza, mancato rispetto del codice, abuso di alcool e droghe - la risposta è purtroppo sempre la stessa: l’annuncio di nuove norme "severissime". Un copione visto tante volte in molti settori (compreso quello della sicurezza stradale) con effetti piuttosto scarsi, ahimé. Soprattutto perché le norme "severissime" risulrano presto inapplicabili oppure se funzionano vengono subito modificate. E’ accaduto, ad esempio, con la confisca delle vetture di chi veniva trovato ubriaco al volante: finalmente si era trovato un modo per colpire veramente i trasgressori (e in modo più equo delle consuete contravvenzioni, in quanto i più ricchi ci rimettevano un’auto più costosa). Ma dopo pochi mesi il legislatore è tornato sui suoi passi e la confisca non c’è più se l’automobilista ubriaco accetta di fare lavori socialmente utili. Dunque è scomparsa definitivamente. Qualche malpensante sostiene cheforse rischiava la confisca qualche potente di turno, e così la tanto sbandierata severità è stata immediatamente rimossa. Non è detto che farà la stessa fine il reato di omicidio stradale. Restano comunque molte perplessità. Anche perché non sempre l’investitore è un cittadino extracomunitario: ad uccidere in auto, dopo l’happy hour, può essere anche uno studente modello o uno stimato manager padre di famiglia, e anche per loro la sanzione sarebbe il carcere.
Partiamo dalle pene: il ministro annuncia che sarà punito fino a 10 anni di reclusione. E cosa cambierebbe rispetto ad oggi? Per omicidio colposo con tutte le possibili aggravanti attualmente si può arrivare fino a 15 anni di reclusione. E’ vero che normalmente le pene sono molto più basse (attorno ai 12 mesi per una vittima da incidente stradale senza abuso di alcool), ma è altrettanto vero che la Corte d’appello di Milano ha inflitto poche settimane fa quasi 6 anni per un caso particolarmente grave. Il ministro annuncia poi  risarcimenti più veloci: ma è realistico poter mantenere tale promessa? Normalmente le dinamiche degli incidenti sono complesse e sono necessarie complesse perizie per accertarle. Come pensare a processi per direttissima? E come pensare di poter costringere le compagnie assicuratrici a pagare, quando normalmente resistono fino alla morte prima di scucire un solo euro? Le stesse assicurazioni a cui lo Stato nel recente passato ha fatto splendidi regali, rivedendo al ribasso le tabelle in base alle quali vengono liquidati i risarcimenti alle vittime di incidenti; le stesse vittime che oggi il ministro annuncia di voler tutelare con le nuove annunciate norme "severissime". Ecco perché sono perplesso: spero di sbagliarmi ma l’impressione è di trovarsi di fronte all’ennesima manovra d’immagine finalizzata a tenere tranquilla l’opinione pubblica. Non certo a difendere i diritti dei più deboli.
Ultimo aggiornamento: 17:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA