Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

 Lotta all'evasione fiscale, ma solo a parole

Martedì 22 Aprile 2014
 Lotta all'evasione: a parole la fanno tutti i governi. Nei fatti, però, sono ben poche le iniziative concrete per contrastare quello che è giustamente considerato - assieme alla corruzione dilagante - il cancro che sta distruggendo il nostro Paese.
Non è facile comprendere, ad esempio, perché per un furto aggravato, anche di importi modesti, la pena prevista va da tre a dieci anni di reclusione mentre non pagare le tasse - cioè rubare alla collettività - non viene considerato reato se l'evasione è inferiore a determinate soglie minime (dipende dalla fattispece, ma anche fino a 50mila euro). E in ogni caso, anche quando l'evasione è considerata reato, viene punita con pene ben più lievi. 
Chi evade il Fisco è sicuro di non rischiare nulla o quasi. Certamente non rischia di finire in carcere. Tanto più quando le evasioni sono di importi considerevoli e i meccanismi  della frode risultano particolarmente complessi e dunque difficili da ricostruire nei brevi tempi che la legge impone, prima cioè che decorrano i tempi di prescrizione.
Soltanto negli ultimi tempi lo Stato è riuscito ad ottenere la restituzione delle somme evase grazie all'azione meritoria di qualche magistrato che ha imposto all'indagato di mettere mano al portafogli come condizione per la concessione del patteggiamento.
Ridurre l'evasione fiscale è un dovere di chi sta al governo non soltanto per cercare di recuperare il denaro necessario a garantire il mantenimento dei servizi ai cittadini. E' una questione di giustizia sociale: chi paga le tasse mantiene a scuola anche i figli degli evasori; garantisce loro le cure sanitarie, le strade ben tenute e tutti i servizi offerti dallo Stato e dagli enti locali. 
Per ridurre l'evasione fiscale è indispensabile una maggiore severità: chi evade deve sapere che, se scoperto, è atteso da sanzioni pecuniarie effettive e che rischia davvero il carcere quando le violazioni sono gravi. 
Ma è necessario anche un sistema più esteso di detrazioni e deduzioni: soltanto offrendo la possibilità a tutti di "scaricare" una parte delle spese sostenute, il cittadino avrà interesse a pretendere la ricevuta fiscale e la fattura, costringendo i fornitori di beni e servizi a pagare le tasse. Per finire - ma forse è il passaggio principale - lo Stato deve essere il primo a rispettare le regole: solo così, rispettando il cittadino e non trattandolo come un suddito da "spremere", potrà con maggior diritto pretendere che il cittadino non violi le leggi.
Purtroppo, al di là di qualche roboante annuncio, la nuova politica non appare diversa da quella vecchia: nessuno sembra davvero intenzionato a combattere e a ridurre sensibilmente  l'evasione fiscale. E così continuereno a inorridire di fronte ai dati pubblicati dall'Istat, secondo i quali nel 2012 i pensionati (che non possono evadere)  hanno dichiarato mediamente redditi di poco inferiori a quelli degli imprenditori. 
Ultimo aggiornamento: 17:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA