MONDO OVALE di

Italia nell'Europa di terza classe: al peggio, purtroppo, non c'è mai fine!

Domenica 21 Settembre 2014
Se il buon giorno di vede dal mattino, la nuova gestione delle coppe europee di rugby non è iniziata nel modo migliore per l’Italia. Prima la riduzione delle nostre squadre: in Champions Cup da due a una; in Challenge Cup da quattro a una sicura e due in forse (se vinceranno lo spareggio). Ridimensionamento sacrosanto, visti i magri risultati in vent’anni, che non depone a nostro favore. Poi la presa di posizione della federazione contro l’utilizzo delle selezioni, invece dei club, da parte di Romania e Georgia. Ma perchè non lo farle anche noi allora, per essere più forti. Magari provando a mandarci i Dogi, se in futuro davvero rinasceranno, agli spareggi per la Challenge Cup. Come i rumeni fanno con i Wolves e i georgiani con i Caucasians, due nazionali emergenti di fatto.. Poi ancora i dubbi sull'organizzazione della terza coppa, dove dovrebbero giocare da due a quattro italiane (a seconda dell’esito degli spareggi). L’aggiornamento in merito è il seguente: la coppa non salterà, ma pare l’inizio slitti da ottobre a gennaio. Vedremo Ora che gli spareggi d’andata si sono disputati l’incertezza sui criteri di qualificazione: in caso di una vittoria testa al termine del ritorno, secondo Calvisano vale la differenza dei punti segnati-subiti, secondo Rovigo prima il punteggio australe e poi l’altro criterio. Vien da dire: mio dio come sono caduto in basso (inteso come rugby italiano). Non solo perchè ora devo misurarmi con rumeni, georgiani, tedeschi, russi, belgi e portoghesi. Cioè con chi ho dietro nel ranking mondiale, nello sviluppo tecnico, nella disponibilità economica e in tanto altro. Mentre prima lo facevo con inglesi, francesi, gallesi, scozzesi e irlandesi. Cioè con chi ho davanti, in tutti i sensi. Ma perchè, come si sa, al peggio non c’è mai fine. Quale sarà il prossimo passo indietro? (Ivan Malfatto) Ultimo aggiornamento: 21:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA