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Giocatori all'estero, effetto boomerang per le nazionali. Roberts:  nel Top 14 ritmo basso

Sabato 27 Settembre 2014
La vita negli straricchi campionati stranieri non è sempre il massimo, come ingenuamente qualcuno credeva. Jonathan Sexton è pronto a tornarsene a Dublino a fine stagione,  mentre il massiccio esodo dei gallesi, specie verso il Top 14, rischia di mettere a repentaglio il posto in nazionale di più di qualcuno di loro. Motivo: sta giocando poco in una campionato in cui la concorrenza è altissima. Così nello scorso week end il mediano di mischea Mike Phillips e il centro  Jamie Roberts hanno giocato appena 13 minuti in due con la maglia del Racing contro lo Stade Toulousain.   Ma vengono dati in forte difficoltà per la maglia della Nazionale  anche Luke Charteris e Dan Lydiate a loro volta in forza al Racing. Notizie poco confortanti per il ct del Galles Warren Gatland il quale vorrebbe avere i suoi gioielli ben rodati per i test di novembre con Australia, Figi, Nuova Zelanda e Sudafrica. Rischia invece di averli troppo riposati nel momento in cui dovrebbero essere in piena forma. C’è poi un altro aspetto, legato alle caratteristiche del Top 14, confidato da Roberts ai colleghi del quotidiano francese l’Equipe. Secondo l’ex centro del Cardiff il campionato francese è sì di livello tecnico elevato, ma si disputa a un ritmo e con una intensità inferiori alla Celtic League, tant’è che lo stesso Roberts, d’accordo con il preparatore atletico del Racing, ha deciso di inserire nel suo programma settimanale, delle sedute inviduali supplementari. Più avanti, in prossimità e durante il Sei Nazioni, si porrà invece il problema opposto: quella di non farli giocare troppo. I club naturalmente guardano i propri interessi, specie con i giocatori stranieri, anche in virtù dei lauti ingaggi. Una situazione in cui da questa stagione è tornata ad essere fortemente coinvolta l’Italia, dopo il massiccio esodo da Treviso di parecchi nazionali. Tra Francia e Inghilterra  gioca fuori una squadra intera, che comprende quasi tutti i più forti. In questo momento Parisse, McLean, Ghiraldini, Furno sono tra i più utilizzati. E per gli impegni di novembre va bene. Ma che ne sarà nel prosieguo della stagione? Quando giocavano in Italia la federazione ne poteva gestire il minutaggio in virtù della stretta collaborazione con le franchigie. Nelle ultime due stagioni ad esempio Franco Smith aveva fatto giocare nel Benetton quasi sempre gli stessi fino a tutto il mese di ottobre per consegnare al ct  Brunel un gruppo di giocatori pronti, al prezzo di dover  poi schierare, durante le finestre internazionali, rincalzi non rodati con effetti negativi per le sorti del club veneto .  Ora la gestione degli azzurri diventa più complicata. L’idea di lasciare andare  i giocatori più forti all’estero per liberare posti nelle franchigie ai giovani bisognosi di esperienza, potrebbe rivelarsi controproducente anche per la Nazionale. (Toni Liviero) Ultimo aggiornamento: 01:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA