Giovane travolto dal treno: scattano due condanne

Mercoledì 8 Marzo 2023
Giovane travolto dal treno: scattano due condanne

Due condanne e un'assoluzione: si è chiuso così dinanzi al giudice di Chieti Maurizio Sacco, il processo per la morte di un giovane di 23 anni di Ortona travolto da un treno a Francavilla al mare il 28 febbraio del 2017.

Otto mesi di reclusione ciascuno sono stati inflitti a Giacomo Amoruso e Maurizio Zazzera, pena sospesa e non menzione. Dovranno inoltre risarcire i danni in separato giudizio. Assolto perché il fatto non costituisce reato Raffaele Doria. Il pm Natascia Troiano aveva chiesto per tutti la condanna a un anno e sei mesi di reclusione.

Secondo l'accusa Doria, difeso dall'avvocato Camilla Gianna Di Liberato, nella qualità di macchinista alla guida del convoglio ferroviario, Amoruso, difeso dall'avvocato Vincenzo Antonucci, e Zazzera, difeso dall'avvocato Francesco Americo, nella qualità di operatore presso il Dco (dirigente centrale operativa) di Bari, cooperando tra loro con condotte indipendenti, cagionavano la morte del giovane per colpa consistita in imprudenza, imperizia e negligenza. In particolare Amoruso e Zazzera nella violazione della norma di sicurezza che impone, qualora si verifichi o venga segnalata l'indebita presenza di persone lungo la linea ferroviaria, di prescrivere la riduzione della velocità dei treni, nel tratto interessato, a 30 chilometri orari.

Ma, pur essendo stata segnalata tempestivamente ai due operatori del Dco la presenza di una persona che camminava lungo la rete ferroviaria, omettevano di prescrivere la marcia a vista ai convogli in transito e a quelli proveniente da Bari e diretto a Milano condotto da Doria. Il quale, sempre secondo l'accusa, non prestando sufficiente attenzione al tratto antistante il locomotore, non si avvedeva in tempo della presenza sui binari del giovane, che con l'intenzione di suicidarsi si era sdraiato a terra appoggiando la testa sui binari, e non riuscì ad arrestare la marcia del treno. Per il Pm e per il difensore di parte civile, l'avvocato Peppino Polidori, il giovane, poi travolto e ucciso, era in piedi e stava camminando quando venne travolto.

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