Papa Francesco all'Aquila, la forza degli umili nella misericordia di Dio

Martedì 30 Agosto 2022 di Sabrina Giangrande
Il Papa alla Porta Santa dell'Aquila

L'AQUILA L'evento è solenne e straordinario, storico! Papa Francesco ha aperto e varcato la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio dopo 728 anni dalla Bolla di Celestino. È il 28 agosto, un sole caldo illumina e riscalda l'evento. Importanti le parole pronunciate dal Vescovo Metropolita dell'Aquila Cardinale Giuseppe Petrocchi, nel saluto rivolto al pontefice al termine della Santa Messa celebrata a Collemaggio:

«Con la solenne celebrazione, a cui abbiamo partecipato, Lei raccoglie la tradizione della Perdonanza celestiniana, la arricchisce con il Suo Magistero e la proietta a livello planetario.

La Porta Santa della Perdonanza verrà aperta non solo ai pellegrini che visiteranno questi luoghi, ma sarà spalancata sul mondo intero. Speriamo che tutti i popoli, specie quelli lacerati da conflitti e da divisioni interne, possano varcarla, idealmente e ritrovare le vie della solidarietà e della pace». 

Il messaggio del "Perdono" è potente e varca i confini temporali, l’eremita Pietro del Morrone, successivamente incoronato Papa Celestino V che il 13 dicembre del 1294 con un eroico e coraggioso gesto si dimise “per umiltà e desiderio di migliore vita, per obbligo di coscienza oltre che per la scarsità di dottrina”.

Papa Bergoglio già nel 2014 aveva intuito che Celestino V era stato un umile ma immenso uomo e in riferimento a lui disse: “C’è un’idea forte che mi ha colpito pensando all’eredità di San Celestino V, lui come San Francesco di Assisi, ha avuto un senso fortissimo della misericordia di Dio e del fatto che la misericordia di Dio rinnova il mondo”.

Il pontefice, con eroico coraggio ha mantenuto la sua promessa, nonostante le sue condizioni di salute, non erano certo delle migliori, alla fine è venuto nella città dell’Aquila consacrando la "Perdonanza Celestiniana" con l'apertura della "Porta Santa".

«La forza degli umili è il signore e Celestino V è stato un testimone coraggioso del Vangelo, perché nessuna logica di potere lo ha potuto imprigionare e gestire, in lui noi ammiriamo una chiesa libera alle logiche mondane e pienamente testimone di quel nome di Dio che è misericordia, non si può capire la misericordia se noi non capiamo la propria miseria». I pellegrini accorsi numerosi a questo evento storico ne sono la dimostrazione tangibile.

Ricchi, poveri, umili, sofferenti, nessuna distinzione, di sesso, di razza, di opinione politica, dalle prime luci dell’alba in una scia silenziosa seppur carica di energia, raggiungevano ordinatamente le loro postazioni, non volevano assolutamente mancare all'evento tra i più importanti per la città capoluogo di Regione.

La macchina organizzativa ha funzionato alla perfezione, nonostante ci siano state delle difficoltà dovute alla fitta nebbia che copriva la città dell’Aquila e Papa Francesco, con il suo fuori programma lo ha raccontato durante la sua omelia, come solo lui sa fare:

«Oggi al mattino per esempio ho pensato questo quando eravamo arrivati all’Aquila e non potevamo atterrare, nebbia fitta, tutto scuro non si poteva, il pilota dell’elicottero girava, girava, girava, alla fine ha visto un piccolo buco e entrato li, è riuscito, un maestro, ho pensato nella miseria, con la miseria succede lo stesso, con la propria miseria, tante volte li guardando chi siamo niente, meno di niente e giriamo giriamo, ma delle volte il Signore fa un piccolo buco, mettiti lì dentro sono le piaghe del signore, e li è la misericordia, ma nella tua miseria c’è il buco che il Signore ti fa per poter entrare, misericordia che viene nella tua, nella mia, nella nostra miseria», parole che arrivano nella maniera più semplice, per poter arrivare a tutti! Il miracolo della chiesa Universale. Grazie Papa Francesco e “Jemo nnanzi”.

Sabrina Giangrande 

Ultimo aggiornamento: 13:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA