LA SITUAZIONE PADOVA Cala la pressione in Azienda ospedaliera. Dopo due mesi

LA SITUAZIONE PADOVA Cala la pressione in Azienda ospedaliera. Dopo due mesi
LA SITUAZIONEPADOVA Cala la pressione in Azienda ospedaliera. Dopo due mesi di instancabile lotta al Covid, la terza ondata sembra scemare e in corsia si cerca di tornare alla...

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LA SITUAZIONE
PADOVA Cala la pressione in Azienda ospedaliera. Dopo due mesi di instancabile lotta al Covid, la terza ondata sembra scemare e in corsia si cerca di tornare alla normalità. Il reparto di terapia intensiva dell'ospedale Sant'Antonio è libero dalla scorsa settimana e ora sono stati riconvertiti anche la Clinica medica I e la Medicina generale al settimo piano del Monoblocco. Agli inizi di aprile in via Giustiniani i posti letto destinati ai positivi erano 223, oggi sono scesi a 138 e di questi 93 sono occupati. «É un buon segno, ma non bisogna calare l'attenzione. Ai padovani chiedo di vaccinarsi appena possibile, è l'unica via per tornare alla normalità. Il certificato vaccinale sarà un passaporto importante sempre più richiesto».

I NUMERI
L'appello è stato lanciato ieri dal direttore generale Giuseppe Dal Ben. L'età media dei ricoverati è di 67 anni, la più giovane una quarantunenne in terapia intensiva. Si registra una degenza per Covid anche in Pediatria e una in Ginecologia e ostetricia. L'ultimo bollettino di Azienda Zero mostra 85 nuovi casi di Covid e tre vittime nel padovano tra lunedì e martedì (tra cui una 71enne di Cittadella, deceduta a Schiavonia), i positivi scendono ancora a 3.628. Se da un lato il tasso di positività è in calo, dall'altro le nuove infezioni ricordano che non è ancora il momento di abbassare la guardia. «Su 14.751 tamponi per la ricerca del Sars-Cov-2 testati dalla Microbiologia, dal 20 aprile ad oggi, sono stati individuati 472 nuovi contagi spiega il direttore Dal Ben - Di questi, solo 66 hanno più di 65 anni. Ciò significa che il virus viaggia tra la popolazione adulta e giovane, non più tra gli anziani. Dal 20 al 26 aprile abbiamo individuato un tasso di positività del 4,8%, dal 27 aprile al 3 maggio è sceso al 3,2%». Situazione in miglioramento anche per l'area di emergenza urgenza, sotto l'ala del dottor Andrea Spagna per il Suem 188 e del professor Vito Cianci per il Pronto Soccorso. Sempre meno cittadini chiamano il pronto intervento, a causa dell'aggravamento di quadri clinici sovrapponibili all'infezione da Coronavirus.
I SOCCORSI

Su una media giornaliera di 216 missioni Suem, 24 sono Covid. Si assiste ad un calo anche nel reparto di Pronto Soccorso: su 277 accessi al giorno, 15 sono Covid o sospetti tali. «Dal 20 aprile ad oggi il Suem ha effettuato 3032 soccorsi chiarisce Dal Ben - e 349 persone, quindi l'11%, manifestavano sintomi ascrivibili al Covid. Non è un numero trascurabile perché si tratta di pazienti che richiedono un intervento repentino. Passando ad analizzare l'attività del Pronto Soccorso negli ultimi 15 giorni sono stati gestiti 3.882 accessi totali, di cui 222 legati al Covid. Il 27% è stato oggetto di ricovero, significa quattro pazienti al giorno circa». Tra i più piccoli il virus si conferma meno aggressivo, ma i timori dei genitori non mancano. Il Pronto Soccorso pediatrico negli ultimi 14 giorni ha risposto a 766 accessi, di cui ben 210 legati a sintomi Covid. «Segnaliamo solo due ricoveri pediatrici in questo lasso di tempo», specifica dal Ben. Il viaggio all'interno dell'ospedale in rinascita non può che fare tappa nei reparti in prima linea, sotto stress da oltre un anno. Dal 20 aprile a oggi l'area medica è passata da 126 a 73 posti letto (53 i riconvertiti), la semi-intensiva da 47 a 29 (18 riconvertiti) e l'intensiva da 50 a 36 (14 riconvertiti). «Le presenze sono andate via via calando in area non critica sottolinea Dal Ben si passa da 71 pazienti al giorno a 40. La diminuzione ricoveri ci ha permesso di riconvertire nuovi reparti. Due settimane fa abbiamo liberato il decimo piano del Monoblocco, la Clinica Medica III del professor Roberto Vettor. Oggi annunciamo la riconversione dei reparti della professoressa Maria Luigia Randi e del professor Paolo Simioni». Finora sono stati erogati 107 trattamenti con gli anticorpi monoclonali. Rimangono in piena funzione la terapia semi intensiva del dottor Andrea Vianello e quella del professor Vettor, con 402 presenze in 15 giorni. Si affianca la Rianimazione centrale del dottor Ivo Tiberio con 203 presenze e l'Istar 3 del professor Paolo Navalesi con altre 107. Intanto riparte l'attività ospedaliera ordinaria: in via Giustiniani sono da riprogrammare 2.187 visite specialistiche e 600 ricoveri (sia per interventi chirurgici che per altre prestazioni).
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino