LA RISORSA ACQUA ROVIGO Quella fra Adige e Po è una terra di acque, ma queste

LA RISORSA ACQUA ROVIGO Quella fra Adige e Po è una terra di acque, ma queste
LA RISORSA ACQUAROVIGO Quella fra Adige e Po è una terra di acque, ma queste acque non sono in salute. Anche perché molti dei fiumi e canali che solcano il Polesine, risentono...

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LA RISORSA ACQUA
ROVIGO Quella fra Adige e Po è una terra di acque, ma queste acque non sono in salute. Anche perché molti dei fiumi e canali che solcano il Polesine, risentono degli effetti dell'agricoltura intensiva della Pianura padana, riportando concentrazioni di pesticidi superiori ai limiti. Un allarme che era già stato lanciato dall'Arpav e che ora si ritrova anche nel Rapporto nazionale sulla presenza di pesticidi nelle acque appena presentato dall'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

GLI ALLARMI
Nell'elenco dei campionamenti veneti, ecco spuntare i pallini rossi che indicano i livelli di contaminazione superiori ai limiti. Tanti e diffusi su tutto il territorio regionale, come del resto in quasi tutto il Paese. In Polesine riguardano il Po a Castelmassa e a Corbola, la Acquetta-Fratta-Gorzone a Melara (sopra i limiti anche nei campionamenti a Stanghella, Anguillara e Sant'Urbano), la Fossa Ponte Molino-Maestra a Giacciano con Baruchella, il Fissero-Tartaro-Canalbianco sempre a Giacciano, così come a Porto Viro, il Cavo Maestro a Bosaro, il Nuovo Adigetto ad Adria, il Cavo Maestro sempre ad Adria, lo Scolo Valdentro a Fratta, il Ceresolo a Rovigo.
A questi fanno riscontro anche pallini blu, ovvero campioni entro i limiti: il Po a Villanova Marchesana, il Po di Goro ad Ariano, quello di Gnocca, il Po di Tolle e di Maistra a Porto Tolle, il Canalbianco a Bosaro, il Po e lo Scolo Veneto a Taglio di Po, l'Adige a Rovigo (così come a Vescovana).
Una variabilità che porta a ripensare alle parole attribuite al filosofo Eraclito, vissuto oltre 2500 anni fa, ma che sembra proprio descrivere questo stato delle cose: «Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va».
LO STUDIO
A livello veneto, si spiega nel Rapporto dell'Ispra, che si basa sui dati forniti dall'Arpav aggiornati al 2016, la rete di monitoraggio comprende 166 punti delle acque superficiali e 233 delle sotterranee. I dati riguardano 1.238 campioni per un totale di 61.097 misure analitiche. Sono state cercate 103 sostanze. Nelle acque superficiali ci sono residui nel 91,0% dei punti e nel 60,5% dei campioni investigati. Sono state rinvenute 44 sostanze: le più frequenti sono metolaclor, terbutilazina, terbutilazinadesetil e bentazone. Nelle acque sotterranee è stata riscontrata la presenza di residui nel 27,9% dei punti e nel 22,2% dei campioni. Sono state rinvenute 13 sostanze: le più frequenti sono terbutilazina-desetil, ampa e metolaclor. Il livello di contaminazione è superiore ai limiti di qualità ambientale per 61 punti delle acque superficiali e in 10 punti delle acque sotterranee.
IL MINISTERO

Lo scorso anno, dopo la diffusione del Monitoraggio d'indagine di glifosate, ampa e glufosinate di ammonio nelle acque superficiali del Veneto realizzato dall'Arpav fra 2015 e 2016, che attestava otto superamenti dello standard di qualità medio annuo previsto per i fiumi di queste sostanze, di cui tre in Polesine, nell'Adige al ponte di Anguillara, quindi di fronte a San Martino, nel Nuovo Adigetto ad Adria e nel Po di Venezia a Corbola, l'onorevole Diego Crivellari aveva presentato un'interrogazione alla quale, lo scorso settembre, aveva risposto il sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo: «Con riferimento ai corpi idrici del Polesine - si spiegava - sono state previste specifiche misure, in particolare per quanto concerne il Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e sono state previste disposizioni di attuazione del sistema di formazione obbligatoria e certificata, per gli utilizzatori professionali e per i rivenditori di prodotti fitosanitari. Per quanto di competenza, il ministero continuerà a svolgere le proprie attività, mantenendo alto il livello di attenzione».
Francesco Campi
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Il Gazzettino