Sorpresi è dir poco. Più propriamente sconvolti, choccati, annichiliti da una notizia vaga nei contorni e, per questo, ancor più minacciosa. L'unico dato certo è rappresentato...
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Ma si studiano anche le prossime mosse. «Ho cercato di parlare con il prefetto -dice il sindaco Paolo Guizzo- ma non riuscirò a rintracciarlo fino a lunedì. Convocherò una riunione con la popolazione perché sia informata. Ci sarà una mobilitazione generale». Netta e inequivocabile la contrarietà dell'intera Giunta, per il metodo e i contenuti. E si pensa anche che la situazione provocherà, sul territorio, una «ricaduta sociale ed economica ad oggi inimmaginabile e deflagrante, in offesa all'identità territoriale». Il gesto infatti «compromette le possibilità di sviluppo socio-culturale e turistico» a cui proprio i sindaci, per primi, stavano lavorando. E il pensiero va sia ai residenti sia agli operatori economici del settore. Ma se questo aspetto accomuna, probabilmente, tutte le realtà che vengono scelte come punti di accoglienza, a Volpago c'è un'aggravante: «Il luogo scelto - afferma l'assessore alla cultura Alessandro Mazzochel assieme ai colleghi - è del tutto inidoneo, dismesso e coperto di eternit. Non riscontriamo, ad oggi, nessuna destinazione d'uso di rispondenza alla normativa vigente».
Un appellativo, per definire la polveriera, risuona istintivamente da un amministratore all'altro: «Metterli lì è come farli andare in un campo di concentramento», dicono sia Mazzochel sia il sindaco di Montebelluna Marzio Favero. Che aggiunge: «Se pensano di usare la caserma, posso dire che, nel visitarla anni fa, ho vissuto una delle sensazioni di maggior ribrezzo della mia vita: ricordo, in particolare un letto di cimici. Se invece pensano a una tendopoli o a dei prefabbricati, ricordo che sul Montello in questa stagione si va a meno 5, se non oltre. E poi si parla di tende della Protezione civile: ma i miei uomini non sono neppure stati contattati». C'è poi pure un problema di controllo: «L'area è recintata con filo spinato, ma chi terrà d'occhio i profughi?».
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Il Gazzettino