PORDENONE - Fece irruzione nella tabaccheria Santarossa di via Udine armato di pistola, il volto coperto da un casco integrale bianco con decorazioni blu e rosse. Erano le 19.30...
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Da ieri Pecora è agli arresti domiciliari per l'ipotesi di rapina aggravata e porto d'arma, come disposto nella misura cautelare che il pm Monica Carraturo ha ottenuto dal gip Monia Biasutti.
Tutto ruota attorno a un filmato. L'impianto di videosorveglianza della tabaccheria, infatti, ha ripreso le fasi della rapina. Si vede un uomo con il casco e una sciarpa rossa attorno al collo avvicinarsi alla cassa, puntare una pistola (priva di tappo rosso) alla sua destra, contro una persona che si trova dietro gli scaffali, e poi girare l'arma contro la donna che sta alla cassa, a cui intima di consegnare i soldi. Mentre aspetta il denaro, si sposta nervosamente, guarda verso l'uomo con le mani alzate che lentamente si avvicina, e continua ad appoggiare la mano sinistra sul bancone. Sembra un'infinità di tempo, ma per svuotare la cassa della tabaccheria sono bastati meno di 20 secondi.
Il rapinatore esce seguito dall'uomo che poi riferirà alla polizia di aver visto una Fiat Punto. È guardando il filmato che i poliziotti della Scientifica capiscono dove cercare l'identità. Notano che il rapinatore non indossa i guanti e che appoggia più volte la mano sinistra su una rivista di cucina con copertina patinata. Cercano le impronte e le trovano. Sono tutte uguali. Appartengono alla stessa persona. Difficile pensare che possano essere attribuite a un altro cliente, perchè su quella copertina non ci sono altre tracce, soltanto quelle di Michele Pecora, nessuno è entrato dopo di lui in negozio e dal filmato si vede il rapinatore appoggiarsi proprio a quella rivista in cima al pacco impilato sul bancone.
Il 36enne di Cordenons, difeso dall'avvocato Luca Spinazzè, il 1. dicembre scorso, poco più di mesi dopo la rapina, era stato fermato a bordo di una Fiat Punto in via Monte Grappa a Cordenons. Si era agitato e durante il controllo i poliziotti della sezione Antidroga gli chiesero se aveva sostanze stupefacenti. Consegnò spontaneamente l'involucro che ha nel marsupio: conteneva 39,90 grammi di eroina. Fu arrestato, posto ai domiciliari e liberato durante il processo per direttissima, in quanto i risultati sul principio attivo dell'eroina non erano ancora disponibili e non era stato possibile concordare un patteggiamento sulla base della lieve entità.
Cristina Antonutti
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Il Gazzettino