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BELLUNO - «I vigili del fuoco veneti tagliati fuori dalla catena di soccorso sulla Marmolada». La denuncia arriva direttamente dal Conapo, il sindaco autonomo dei vigili del fuoco, che in una nota ricostruisce quanto accaduto domenica, chiamando in campo la direzione interregionale dei pompieri del Veneto e del Trentino Alto Adige. A partire dal primo pomeriggio del 3 luglio, il Corpo provinciale dei vigili del fuoco di Trento ha chiesto alla direzione interregionale di inviare una squadra addestrata a far fronte alle valanghe e personale saf (speleo, alpino e fluviale) per partecipare ai soccorsi a seguito del crollo sulla Regina delle Dolomiti. A detta del sindacato «inspiegabilmente», nel tardo pomeriggio dello stesso giorno cinque vigili del fuoco di Belluno ed altrettanti provenienti da altre province venete, inviati dai rispettivi comandi, dopo la richiesta di disponibilità, sono stati fatti rientrare.
LE RICHIESTE
«Auspicavamo afferma in una nota, destinata alla Direzione interregionale, Ernesto Magliocchetti, segretario veneto di Conapo un maggior coinvolgimento delle strutture operative del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che con le sue risorse di colonna mobile avrebbe potuto portare in brevissimo tempo uomini e mezzi ovunque necessario. Anche stavolta, come sempre, i vigili del fuoco del Corpo nazionale, per vicinanza geografica quelli del Veneto, erano pronti per l'impiego immediato in tutte le proprie componenti, aeree e terrestri, ma inspiegabilmente sono stati tenuti fermi.
«PRESSIONE TRENTINA?»
Alla ricerca delle motivazioni dell'esclusione dei vigili del fuoco veneti, dopo l'invio delle risorse specializzate della squadra valanghe e del personale saf, Ernesto Magliocchetti ha scritto a Loris Munaro, già comandante provinciale di Belluno ed attuale direttore interregionale, e al capo nazionale dei pompieri. «Non si esclude una pressione politica trentina volta a snobbare i vigili del fuoco veneti afferma il segretario provinciale di Belluno del Conapo, Michele De Bernardin . Siamo in attesa di conoscere le reali motivazioni da parte del direttore interregionale, cui è stata inviata la richiesta di informazioni a riguardo. È evidente, comunque, che la componente dei vigili del fuoco veneta, nota per esperienza, professionalità ed alto livello di specializzazione, sia stata tagliata fuori dalla catena di soccorso. La presenza, pur disponibile, di Belluno, la cui competenza corre a pochi metri dal luogo della tragedia, è mancata anche nei vari briefing, tenutisi alla presenza dei vari politici, ma con l'assenza del nostro comandante provinciale, Antonio Del Gallo».
LA MACCHINA DEI SOCCORSI
Subito dopo il crollo del seracco, sul luogo della tragedia, sono accorse molte squadre di pronto intervento dal Veneto e da altre regioni. Tra la sera di domenica e la giornata di lunedì, i gruppi veneti sono stati fatti rientrare alle proprie stazioni, restando a pronta e completa disposizione e in allerta in caso di necessità. Una scelta dettata molto probabilmente dalla constatazione, da parte del coordinamento dei soccorsi, che il personale e i mezzi individuati sul campo erano sufficienti, date anche le modalità di ricerca a distanza con sorvoli e droni, le più adatte per le condizioni meteorologiche inizialmente sfavorevoli ad osservazioni dirette sulla slavina.
Il Gazzettino