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Carlo Budel, gestore del rifugio più alto delle Dolomiti, dopo la strage della Marmolada ha lasciato Capanna Punta Penìa, affranto, con un dolore tale nel cuore da fargli dichiarare di non voler più tornare in vetta. Le reazioni sono state tante, una su tutte inaspettata.
Budel, il guardiano delle vette che vive in solitudine sulla Marmolada
Il gestore del rifugio sulla Marmolada chiude: la reazione
«Una sentinella non si muove dal suo posto». «Mio nipote Filippo Bari sarebbe amareggiato: non lasciare la Regina, non è colpa della montagna». La decisione della sentinella delle Dolomiti Carlo Budel di lasciare la sua Capanna Punta Penia ha suscitato reazioni diverse sui social. Tra queste anche il messaggio del parente di una vittima di quel disastro, ovvero Filippo Bari, 27enne vicentino. «Questo messaggio lo terrò per sempre nel mio cuore», ha scritto Carlo Budel sui suoi social. La sentinella è scesa nei giorni successivi la tragedia, dicendo che non sa se sarebbe più tornato lassù. «Stai facendo un altro errore - gli dice l'amico Giuseppe Rudatis, noto come il Barone delle Dolomiti - , dovevi rimanere lassù. Una sentinella non si muove dal suo posto: il rifugio è privato tu sei un dipendente e nessuna ordinanza ti faceva uscire. Con questo martellamento in televisione stanno rovinando le Dolomiti: la gente ha paura di fare escursioni in quota e fa altre cose e ci rimettono tutti, specialmente la funivia della Marmolada.
La decisione di Carlo Budel
Con il cuore affranto Budel, gestore del rifugio più alto delle Dolomiti, aveva annunciato la sua discesa dicendo: «Mi pare di essere in un brutto sogno da cui non riesco più a svegliarmi. Ho lasciato Punta Penia e sono tornato a casa, ho bisogno di stare da solo con la mia cagnetta Paris. Quello che è successo lassù è una vera tragedia, non so se ci tornerò mai più».
Il Gazzettino