Caso Gaiatto, spunta la truffa delle cambiali in Croazia

Caso Gaiatto, spunta la truffa delle cambiali in Croazia
PORTOGRUARO - «Truffati in Italia e in Croazia». Diversi clienti italiani si ritrovano con delle cambiali del valore di 500mila  kune croate (67 mila euro),...

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PORTOGRUARO - «Truffati in Italia e in Croazia». Diversi clienti italiani si ritrovano con delle cambiali del valore di 500mila  kune croate (67 mila euro), per aver sottoscritto dei finanziamenti con il gruppo capitanato da Fabio Gaiatto. Il patron della Venice Investiment avrebbe infatti finanziato diversi italiani, facendo sottoscrivere davanti a una notaio croata un finanziamento che permetteva poi l’investimento nel Forex. Risultato? Da un parte i clienti, tutti italiani, non hanno più ricevuto la somma investita, dall’altra si ritrovano con la cambiale da 500 mila kune di cui il creditore può subito chiedere l’esigibilità.

  «Non solo, perchè non sappiamo nemmeno a chi sono in mano queste cambiali». Lo ha spiegato ieri sera all’incontro al ristorante “Alla Botte” di Portogruaro il presidente del Codacons del Friuli Venezia Giulia Vitto Claut.
LA TESTIMONIANZA

«Mi hanno fatto sottoscrivere un finanziamento - ha spiegato Aldo (nome di fantasia), uno dei truffati - con il pagamento del 30 per cento subito ed il restante in 24 mesi da 250 euro». «Con un’avvocata croata abbiamo scoperto che di fatto quelle non sono altro che cambiali - spiega l’avvocato Claut - Si tratta infatti di un vero contratto, sottoscritto in inglese e certificato da una notaio croata che confermava che gli utenti erano tutti a conoscenza della lingua croata. Non solo, perché quel contratto poteva essere sottoscritto solo da cittadini croati». Insomma, il Codacons sostiene che ci siano delle “doppie” truffe per diversi italiani che hanno avuto a che fare con il gruppo capitanato da Fabio Gaiatto e per questo punta a sostenere i truffati dopo che ciascuno avrà presentato la querela. «Tutto deve essere fatto entro 90 giorni da quando si è preso coscienza della truffa - spiega ancora l’esponente del Codacons - per noi la data è l’11 settembre, quando sono scattati i provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Puntiamo alla sentenza di condanna di primo grado per poi costituirci Parte civile». Intanto ieri sera è anche emerso che quasi tutti i dipendenti di un ente che opera tra Veneto orientale e Destra Tagliamento sarebbero finiti nella rete della Vernice investment. «iù fortunato è stato uno dei primissimi investitori - ha spiegato Claut - che ha fatto sicuramente da esca investendo cinque mila euro e ricevendone 10 mila dopo pochi mesi. Siamo certi che questo cliente non ha intenzione di denunciare la Venice». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino