OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PORDENONE - Mentre i Carabinieri in Procura consegnavano gli incartamenti relativi al carro allegorico di Maniago, gli agenti della Digos della Questura di Pordenone stavano andando in via delle Ferriere, poco distante dalla stazione ferroviaria dove sul muro del mulino Zuzzi erano state segnalate due scritte. In entrambi i casi a muoversi sono stati gli anarchici e la questione riguarda Cospito.
LE SCRITTE
Due le scritte trovate sul muro, entrambe sigliate con la A di Anarchia. La prima faceva riferimento diretto al militante rinchiuso in carcere. "Cospito libero, No al 41 bis". La seconda, invece, a Carlo Giuliani, ucciso da un carabiniere al G8 di Genova nel 2001. "Carlo vive in tutte le rivolte". Da quanto si poteva vedere, ovviamente senza alcuna perizia calligrafica, le due scritte sembravano siglate dalla stessa mano. Come detto sul posto sono andati gli agenti della Digos che in Questura hanno anche un altro incartamento, riguardo lo stesso argomento.
I CONTROLLI
Resta il fatto che in queste occasione meglio prendersi avanti che restare bloccati indietro e per questo la Digos, ora anche i Carabinieri, stanno facendo indagini per cercare di capire chi può essere stato a scrivere sui muri. Quasi certamente sono gli stessi dei volantini di Vallenoncello. Difficile pensare che sia gente che viene da fuori, così i controlli si stanno concentrando in particolare tra il gruppo di anarchici locali. Si tratta di un gruppo storico che in più occasioni ha svolto manifestazioni, sempre pacifiche per mostrare il dissenso e far presente il loro pensiero. Di sicuro la Questura si avvarrà delle telecamere che sono poste nella zona di via delle Ferriere. Prima di tutto c'è da capire se ce ne sono e se sono indirizzate verso il luogo in cui sono apparse le scritte. E poi, eventualmente, se si riesce ad identificare qualcuno. In questo senso è già stato chiesto al Comando della polizia municipale dove sono piazzati i server, di poter vedere i filmati. È il primo passo.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino