Immigrati irregolari accampati a Lambioi «Colpa del Governo»

La baracca costruita dai migranti in riva al fiume Piave
BELLUNO - Prove di baraccopoli anche in città. Una capanna fatta di con teli di plastica e improvvisati pali di legno è stata scoperta nel parco fluviale di Lambioi,...

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BELLUNO - Prove di baraccopoli anche in città. Una capanna fatta di con teli di plastica e improvvisati pali di legno è stata scoperta nel parco fluviale di Lambioi, area peraltro ad alto rischio di esondazioni nel caso di piogge intense. Dentro avevano trovato riparo tre famiglie di immigrati. 

È stata rimossa prima di Ferragosto, dopo più segnalazioni tra qui quella del consigliere del Patto per Belluno, Francesco Pingitore.
Il sindaco Jacopo Massaro insorge, puntando il dito contro gli effetti del decreto Salvini sull’accoglienza.

 
«Avremmo preferito esserci sbagliati; invece i decreti in tema di immigrazione varati da questo governo stanno iniziando a produrre gli effetti che, come i sindaci avevano preannunciato», afferma Massaro.
Gli uomini della Polizia Locale hanno identificato tre famiglie, risultate poi irregolari, tutte accampate in quella baracca.
«Abbiamo seguito tutte le procedure, avvisando anche la Questura di Belluno - commenta Massaro –. Il problema però è che adesso, con le nuove norme, non risolveremo questa situazione: fino a pochi mesi fa, queste persone sarebbero state tolte dalla strada; ora, invece, restano in una situazione ibrida, per cui da un lato non vengono tolte dalla strada, ma, dall’altro, non vengono rimpatriate. È davvero paradossale – continua Massaro - che una misura chiamata “decreto sicurezza” in verità riduca la sicurezza ed il decoro delle città. Noi sindaci avevamo messo le mani avanti, spiegando che tali norme avrebbero prodotto situazioni di questo genere». 
RECUPERARE GLI EDIFICI
Massaro guarda agli edifici abbandonati per togliere la gente dalle strade.
«La linea del Governo - prosegue - rallenta il recupero degli edifici abbandonati e lascia in strada le persone, che ora si accampano nei parchi o nelle strutture abbandonate, come è capitato pochi mesi fa anche alla vecchia scuola Gabelli. Avrebbero dovuto ascoltare i sindaci, che sono in prima linea tutti i giorni, ma hanno preferito emanare un decreto scritto ad una scrivania romana, ignorando cosa succede nella vita reale. Adesso anche in luoghi come Belluno, dove erano stati avviati importanti processi di integrazione per riassorbire situazioni di disagio, dobbiamo assistere a scene come queste, senza avere più gli strumenti per intervenire».
I PRECEDENTI
Un episodio che non è di certo il primo in città. Qualcuno ancora ricorda quella tenda da campeggio di colore blu, riparata da alcuni cartoni appoggiati sulla ringhiera situati all’ingresso dell’ex istituto Catullo, nella sede delle storiche Gabelli. A segnalare quella presenza ci aveva pensato, nell’ottobre 2018, il consigliere di Obiettivo Belluno, Raffaele Addamiano, che preso il telefono, non aveva perso tempo ed aveva interessato le forze dell’ordine. In quella circostanza i commenti non erano mancati, tra chi non si capacitava che nessuna forza dell’ordine si fosse accorta della presenza.

Di persone che bivaccano ce ne sono state anche altre, ma restano comunque e fortunatamente casi isolati. Il caso di Lambioi, tuttavia, suona un campenello d’allarme. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino